ROMA – Il governo si è impegnato a promuovere misure a sostegno dell’attività di transhipment e ad abbattere le tasse di ancoraggio a patto che Mct presenti un piano industriale in grado di ridurre la cassa integrazione. Questo è ciò che è emerso ieri pomeriggio dai due incontri che si sono svolti al ministero delle infrastrutture per discutere del futuro del Porto di Gioia Tauro.
L’appuntamento ministeriale è stato fissato dopo che la scorsa settimana i lavoratori hanno bloccato lo scalo gioiese per circa due giorni.
L’unità sindacale raggiunta in occasione dello sciopero del 30 ottobre è durata poco e ieri pomeriggio ci sono stati due tavoli separati, uno con Cgil, Cisl e Uil e l’altro con Sul e Ugl.
All’incontro hanno partecipato anche i rappresentanti della Regione, del comune di Gioia Tauro e dell’Autorità Portuale.
“Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – si legge in un comunicato stampa diffuso al termine della riunione – è impegnato per il rilancio del porto di Gioia Tauro e per affrontare le criticità presenti attinenti ai livelli di produttività e sviluppo del porto nonché occupazionali, in relazione anche alle scadenze previste per luglio 2016 (cassa integrazione straordinaria)”.
“Dopo le valutazioni espresse dalle parti presenti – prosegue la nota del Mit – la Regione Calabria e l’Autorità portuale hanno illustrato gli interventi e le misure in atto. Il Ministero assume l’impegno, nell’ambito del Piano Strategico Nazionale della Portualità e della Logistica, ad attivare le misure necessarie a rilanciare la competitività del porto di Gioia Tauro”.
In particolare, il Ministero “si fa carico di istituire un tavolo tra le istituzioni per un confronto diretto con il terminalista del porto, al fine di creare condizioni tali da consentire un aumento dei volumi di produzione, con l’obiettivo di ridurre l’attuale regime di cassa integrazione”.