GIOIA TAURO (1 luglio 2011) – La firma dell’accordo con Mct sulla cassa integrazione rappresenta soltanto la prima tappa della trattativa per il rilancio del Porto di Gioia Tauro. Questo il messaggio lanciato da Cgil, Cisl, Uil e Ugl, nel corso della conferenza stampa, che si è tenuta questa mattina all’Autorità portuale, a due giorni di distanza dal referendum tra i lavoratori che ha sancito la vittoria del Si all’accordo sui metodi di gestione della cassa integrazione.
I sindacalisti hanno ribadito più volte che l’accordo (leggi il documento integrale) riguarda esclusivamente l’organizzazione della cassa integrazione e non va a ledere nessun diritto o a modificare il contratto e gli orari di lavoro. «Abbiamo scongiurato – ha detto Nino Calogero della Cgil – che passasse una organizzazione del lavoro sul modello africano, la partita è appena iniziata anche perchè la prima parte della trattativa era relativa esclusivamente alla cassa integrazione».
Dal sindacato è partita la richiesta di dare seguito a tutte le proposte relative al rilancio della zona portuale, emerse nel corso dei due tavoli romani del mese scorso, e l’invito a realizzare tutti i progetti contenuti nell’accordo di programma quadro. «I lavoratori hanno dimostrato di essere responsabili e di essere pronti a fare sacrifici. – ha detto Giuseppe Rizzo della Uil – Ora Regione e Governo devono mantenere gli impegni assunti e far nascere il retroporto che sogniamo da tanto tempo».
L’unico sindacato a non aver firmato l’intesa con Mct è stato il Sul. «Abbiamo scongiurato la mobilità – ha detto Annibale Fiorenza della Cisl – e grazie alla cassa integrazione a rotazione tutta la forza lavoro è rimasta nel ciclo produttivo. Abbiamo fatto un percorso comune tra tutte le forze sindacali. Noi siamo andati fino in fondo, il Sul – ha concluso – ha legittimamente deciso di dire no. La porta resta comunque aperta». Fiorenza ha inoltre sottolineato l’importanza di corsi di formazione per i cassa integrati «che oltre a essere molto utili per aggiornare i lavoratori, saranno anche un piccolo sostegno economico in un momento di difficoltà».
In più occasioni è stata chiamata in causa anche Mct, che secondo Antonio Franco dell’Ugl «deve chiarire cosa vuole fare del Porto di Gioia, se non è in grado di utilizzare al meglio tutta la banchina è giusto che dia spazio ad altri». Franco ha poi aggiunto che è necessario fare le battaglie contro l’assenteismo ed eliminare le distorsioni attuali. «Non è possibile che ci sia il boom di congedi parentali ad agosto – ha detto – e che durante le elezioni politiche il 10% dei dipendenti per non andare a lavoro risulti rappresentante di lista. Queste cose dimostrano che non c’è solidarietà tra i lavoratori».
Ultimo tema al centro dell’incontro è stato quello della sicurezza e delle infiltrazioni mafiose all’interno del porto. Per Nino Calogero «La ndrangheta va combattuta e sconfitta ma non può diventare un alibi per bloccare lo sviluppo». Sulla stessa lunghezza d’onda i rappresentanti di altre sigle. Rizzo e Franco, hanno definito infine il porto «all’avanguardia per ciò che concerne i controlli» e hanno concluso dicendo che «la sicurezza dello scalo gioiese è maggiore rispetto ai porti concorrenti».
Alla conferenza stampa hanno partecipato anche nino Sigilli della Cisl e Francesco Cozzupoli dell’Ugl.
Lucio Rodinò