«Per me è speciale tornare in Calabria, terra unica al mondo, tutta da scoprire come questo palazzo che dopo tre secoli è tornato alla luce». Così il noto conduttore televisivo Beppe Convertini, ospite d’onore all’inaugurazione della storica dimora nobiliare di palazzo Grillo restaurato a cura della proprietà della famiglia Romeo per «un giorno importante per noi ma per l’intera comunità – per come illustrato da Antonello Romeo nel discorso d’apertura – perché si spalancano le porte per vivere qui anche esperienze culturali». Un «luogo d’incontro e connessione» l’idea della proprietà su questo palazzo, una sorta di ponte «tra passato e presente» per eventi socio-culturali a largo spettro: mostre, concerti, installazioni, presentazioni di libri «che possano coinvolgere tutta la comunità». Una struttura ricettiva polivalente che guarda al turismo ed alla ristorazione per capitalizzare l’aspetto più squisitamente di mercato ma che affonda le radici nella storia locale per aprirsi alla cultura e alla bellezza dei luoghi come riferimento per la società volendo essere «un patrimonio per tutti». Una visione imprenditoriale nuova e suggestiva quella avuta dal fondatore, Antonio Romeo, che ha inteso coniugare nel suo core-business l’attrattiva culturale condivisa ridando luce e bellezza ad un palazzo nel centro storico della città di cui l’altro figlio, Francesco, ha rivelato i dettagli architettonici e la cronistoria che dal 2006 è arrivata oggi a maturazione definitiva.

«Questa struttura ridà a Polistena un pezzettino di storia ricostruita che fa passare l’idea di una Calabria laboriosa» ha suggerito la giornalista Maria Pia Tucci passando la parola allo storico Giovanni Russo che ha prodotto, sulla dimora, una sintesi della consultazione dalle fonti storiche attinte che – pur palesando dubbi sulla retrodatazione di tre secoli in merito alla sua costruzione – non ha mancato di sottolineare i vari passaggi di proprietà dell’immobile e diversi spunti sull’importanza della dimora nel contesto urbanistico polistenese post terremoto del 1783. Un «luogo di cultura e crescita per tutti, una residenza da rendere fruibile» per don Pino Demasi, referente di Libera, che ha salutato con molta positività l’iniziativa mentre il consigliere metropolitano Michele Conia ha manifestato «massima disponibilità ad ogni forma di collaborazione» per il bene comune. L’intervento dell’ex presidente della giunta regionale Nino Spirlì si è focalizzato sull’importanza, per la Calabria, «di viaggiatori e scopritori di sentimento» che apprezzino cibo, storia e cultura «non di una ma di mille Calabrie» che si esprimono in «luoghi che raccontano vite come questo». Di spazio «di aggregazione culturale e volano turistico» ha parlato, quindi, l’imprenditore Tito Polimeni mentre nella chiosa affidata al consigliere metropolitano Giuseppe Zampogna – felice per una impresa che rilancia l’immagine positiva di Polistena – i due messaggi prevalenti evidenziati sono stati «il senso della famiglia e l’aver ridato la possibilità di riscoprire questa storia per essere identitari e costruire la Calabria».