HomePoliticaPalmi, una mezz’ora di consiglio che lascia il segno

Palmi, una mezz’ora di consiglio che lascia il segno

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Il consiglio comunale di Palmi dura appena trenta minuti. Breve, ma tutt’altro che privo di sostanza. In una stagione politica spesso povera di contenuti, bastano pochi punti all’ordine del giorno per delineare ambizioni e contraddizioni di una città in bilico tra presente e futuro.

Spicca su tutti l’approvazione del piano spiaggia: un atto atteso, considerato “necessario allo sviluppo turistico”. In effetti, si tratta di uno strumento concreto per riorganizzare l’accesso al litorale e mettere ordine là dove finora regnava l’improvvisazione. Non sarà la svolta definitiva, ma è un passo nella direzione giusta.

Movimenti anche sul fronte degli alloggi ATERP: si registrano progressi nella gestione delle vendite, che potrebbero – se ben indirizzati – restituire dignità a un patrimonio immobiliare a lungo trascurato.

Si è vista anche una certa disponibilità dell’amministrazione al dialogo: sul tema dei dehors estivi, la giunta ha accolto le osservazioni dei commercianti, e dalle parole del Presidente del consiglio Cardone traspare la necessità di un equilibrio tra decoro urbano e vitalità economica. Un clima meno rigido, che fa sperare in una regolamentazione più ragionata.

Assente – ancora una volta – l’opposizione. Non è una notizia, ormai è abitudine. Il consiglio è un monologo, e chi osa protestare fuori dall’aula viene bollato dal sindaco Ranuccio come “sobillatore”. Una parola che sa di anni Settanta, usata per zittire più che per spiegare.

Approvati anche gli aumenti TARI: un +5,5% per le utenze non domestiche. Niente clamore, nessun dibattito, zero opposizione, mentre, l’espressione dell’assesore Celi è quasi una spiegazione, chi ha un’attività pagherà di più, punto.

In chiusura, il sindaco parla dei ritardi nei cantieri pubblici: “Le opere sono comunque in fase di completamento”. Poco importa quando. Poi, quasi a sorpresa, la stoccata politica: il terzo mandato non ci sarà e lui si dice dispiaciuto. Avrebbe voluto, ancora una volta, misurarsi con le urne. E a chi legge tra le righe, quel “dispiacere” suona come una sfida, un invito implicito a non sottovalutare il suo ruolo nel futuro della politica palmese.

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