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Palmi, tentata concussione: in manette l’assessore Isola e la compagna

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Dolce, Crescenti e Managò
Dolce, Crescenti e Managò

PALMI – Quando gli agenti di polizia locale hanno bussato alla sua porta questa mattina all’alba, mostrandogli l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, Giuseppe Isola non riusciva a capire cosa stesse succedendo. L’assessore all’ambiente, alle attività produttive ed alle partecipate del Comune di Palmi è stato raggiunto da un provvedimento che porta la firma del gip Giulio De Gregorio, perché accusato di tentata concussione in concorso con la compagna Chiara Gentiluomo, destinataria di ordinanza di custodia cautelare domiciliare. Il reato sarebbe stato commesso ai danni di un imprenditore palmese, Giuseppe Repaci, che dal mese di luglio di quest’anno gestisce il teatro all’aperto ed il ristorante alla Motta, a Palmi.

Secondo quanto sostenuto dall’accusa, rappresentata dai pubblici ministeri Salvatore Dolce e Enzo Bucarelli, Isola in un primo momento aveva proposto la propria ragazza Chiara Gentiluomo quale consulente architetto a titolo gratuito, facendole assegnare l’incarico della ristrutturazione e arredamento dell’immobile; successivamente lo stesso Isola avrebbe cercato di imporre a Repaci l’assunzione della sorella della compagna, Sonia Gentiluomo, pretendendo peraltro un posto consono al suo titolo di studio. Stando a quanto riferito dai magistrati questa mattina in conferenza stampa, durante la stagione estiva Isola e la Gentiluomo si trattenevano con assiduità nel ristorante annesso alla struttura, consumando gratuitamente cene e pasti per un ammontare di oltre mille euro. In ultimo, nel mese di agosto, l’assessore aveva avanzato la richiesta a Giuseppe Repaci di far subentrare la ragazza Chiara Gentiluomo e la sorella Sonia nella gestione della società, con lo scopo di dividere gli utili al 50%, non potendo lui personalmente figurare in qualità di amministratore pubblico.

Alla reazione del gestore che non ne poteva più della presenza costante e invadente dell’amministratore e dei suoi congiunti, l’assessore avrebbe reagito prima rinfacciandogli di meritare una adeguata “ricompensa” per l’interessamento e la velocizzazione delle pratiche per l’assegnazione della struttura, poi minacciando palesi ritorsioni se non avesse accolto la richiesta, minacce poi concretizzatesi con la mancata sottoscrizione della convenzione ancora giacente presso gli uffici comunali.

«Le indagini sono state rapide e non si sono ancora concluse – ha detto il Procuratore facente funzioni Emanuele Crescenti – Tutto è partito da una segnalazione fatta dal responsabile dell’ufficio tecnico di Palmi Giuseppe Gerocarni, il quale scriveva in una lettera che la struttura era da chiudere perché priva di agibilità». Ma la polizia locale ben sapeva che, al contrario, la struttura era agibile, dal momento che era stato proprio quell’ufficio a rilasciare concessione, in estate. E qui il fiuto degli investigatori e l’avvio di un’indagine, condotta dal comandante della polizia locale di Palmi Francesco Managò.

«Siamo giunti alle ordinanze odierne grazie all’intervento tempestivo della polizia locale ed alla collaborazione di Repaci – ha spiegato il pm Dolce – Siamo ancora a lavoro per vagliare la posizione di altri soggetti all’interno del Comune».

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