PALMI – Non poteva non coinvolgere direttamente l’Ente di palazzo San Nicola la vicenda del sequestro di beni agli imprenditori Giuseppe e Pasquale Mattiani, padre e figlio.
Del Comune di Palmi, Giuseppe Mattiani “jr” è stato vicesindaco, e lo era fino a poche ore fa, fino alla decisione di rassegnare le dimissioni irrevocabili, perché quei Giuseppe e Pasquale Mattiani a cui stamattina sono stati sequestrati 150 milioni di euro in beni, sono rispettivamente suo nonno e suo padre.
Lascia, dunque, l’incarico, affidando a poche righe la motivazione: «Di seguito alle notizie di oggi, comunico che a tutela della immagine della mia famiglia e della Città ho rassegnato le mie irrevocabili dimissioni da Assessore del Comune di Palmi, rimettendo ogni incarico nelle mani del Sindaco. Preciso, inoltre, che sin dal mese di agosto scorso mi ero autosospeso da ogni incarico politico-amministrativo, formalizzando tale scelta durante la prima seduta di Consiglio Comunale del mese di settembre. Preciso infine che a seguito di tale scelta, sin da allora non ho percepito alcuna indennità di carica. Ripongo fiducia nella Giustizia, confidando che la vicenda possa risolversi al più presto e nel migliore dei modi».
In estate, a fine luglio, il padre Pasquale ha subito una condanna in primo grado, inflitta dal Tribunale di Palmi, al termine del processo “Cosa mia”; l’accusa per Pasquale Mattiani era di favoreggiamento alla cosca Gallico, e per il collegio del Tribunale di Palmi, il favoreggiamento ci fu.
Giuseppe Mattiani resta in giunta, e solo a settembre decide di autosospendersi, in attesa di conoscere l’esito di un parere chiesto a due esperti giuristi, circa l’opportunità di rimanere in Giunta.
Era pronto a rientrare, ma il provvedimento di questa mattina gli ha fatto cambiare idea.