C’era un tempo in cui a Palmi si riconosceva un approccio alla politica che si distingueva per il suo spessore e la sua capacità di dialogo. Una tradizione che, pur tra contrasti e divergenze, sapeva mantenere un livello di confronto costruttivo e rispettoso. Oggi, però, quella tradizione sembra essersi appiattita verso il basso, sostituita da dinamiche che privilegiano la polemica sterile e l’assenza di un vero contraddittorio.
Il consiglio comunale, un tempo arena di dibattiti accesi ma produttivi, è ora segnato dall’assenza di un’opposizione attiva. Il vuoto lasciato da chi dovrebbe vigilare e proporre alternative è stato riempito da movimenti esterni, che trovano nei social media l’unico spazio per esprimere il dissenso. Ma i social, anziché favorire il confronto, spesso degenerano in attacchi personali e rincorse a “like”, trasformando il dibattito politico in una gara di popolarità priva di sostanza.
Un esempio emblematico è la recente polemica sul graffito apparso sulle Tre Croci del Monte Sant’Elia. Un disegno che avrebbe potuto stimolare una riflessione collettiva sul rapporto tra arte e spazio pubblico, ma che si è invece ridotto a una serie di accuse reciproche e polemiche infuocate. L’intensità del dibattito è stata amplificata dalla scelta del writer di agire senza alcuna autorizzazione, un gesto che molti hanno interpretato come una provocazione, mentre altri lo hanno condannato come un atto irrispettoso nei confronti di un luogo simbolico per la comunità. Questo episodio ha messo in luce la difficoltà di Palmi nel gestire il dialogo su temi che richiederebbero una visione più ampia e condivisa, capace di andare oltre le contrapposizioni.
La vicenda della Fondazione Varia è un altro esempio che riflette le contraddizioni di Palmi. L’istituzione, fondamentale per l’organizzazione della tradizionale Varia di Palmi, ha chiuso il 2023 con un bilancio catastrofico. Per far fronte ai debiti accumulati, si è fatto ricorso a raccolte fondi e lotterie, strumenti straordinari che, pur necessari, hanno sollevato interrogativi sulla gestione e sulla sostenibilità futura. E ora, nell’anno del Giubileo, sembra ormai chiaro che una pianificazione concreta per celebrare degnamente questo evento sia impossibile. Un fatto doloroso per una comunità che porta con sé l’onore e la responsabilità di una tradizione dichiarata patrimonio immateriale dell’UNESCO, simbolo di un’identità culturale.
Una ultima riflessione sul rapporto tra amministrazione e associazionismo. L’attivismo sociale e religioso è una risorsa preziosa, una linfa vitale per la comunità, capace di dare voce ai bisogni del territorio e di sostenere iniziative di grande valore. Tuttavia, è indispensabile che chi ricopre ruoli politici mantenga una netta distinzione rispetto agli ambiti associativi. Non perché l’associazionismo sia qualcosa di negativo, anzi, ma proprio per preservarne la credibilità e garantire trasparenza nell’operato pubblico.
Quando un amministratore è anche un protagonista nel mondo dell’associazionismo, il rischio è che si generino conflitti di interesse o che si alimenti una percezione di sovrapposizione dei ruoli. In alcuni casi, sarebbe auspicabile fare una scelta chiara: dedicarsi esclusivamente all’amministrazione o proseguire l’impegno associativo, ma evitando ambiguità che possano minare la fiducia dei cittadini.
E mentre la maggioranza, libera da pressioni interne, governa senza contraddittorio, la città di Palmi si trova a vivere una crisi di rappresentanza che non può essere ignorata. La domanda, allora, è questa: può una comunità che ha conosciuto il valore del dialogo e della partecipazione accettare di scivolare verso una politica fatta di silenzi e conflitti personali? La risposta, forse, risiede nella capacità di Palmi di riscoprire le sue radici e di ritrovare quella tradizione politica che un tempo la rendeva un esempio.