HomeAltre NotizieOspedale nuovo: I dubbi del Comitato

Ospedale nuovo: I dubbi del Comitato

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GIOIA TAURO – Evitare campanilismi ma allo stesso tempo tante paure per la costruzione dell’ospedale unico della Piana. Questa la sintesi dell’incontro avvenuto ieri a palazzo Baldari.

Ancora una volta si parla di sanità e ancora una volta in discussione è l’iter per la costruzione del nuovo nosocomio a un giorno di distanza dalla firma per la consegna dei lavori.

Preoccupato per i ritardi rispetto ai tempi fissati il Comitato spontaneo per l’ospedale unico della Piana, composto da Renato Bellofiore, Jacopo Rizzo e Gianfranco Saccomanno, ha voluto questo confronto-dibattito, moderato da Michele Albanese, per palesare le proprie preoccupazioni in merito.

Renato Bellofiore ha ricostruito la storia “di irregolarità che ha portato alla nascita del comitato”, cominciando con la proprietà del terreno e il suo vincolo scolastico, passando per la Conferenza dei sindaci, “totalmente ignorata” e infine l’accesso agli atti.

Sono elementi già conosciuti ai più. Ma la preoccupazione del comitato adesso, come sottolineato più volte da Saccomanno e Rizzo, “è che l’indagine in corso possa portare al blocco dei lavori di costruzione con il risultato di non avere nessun ospedale, né unico né nuovo”.

Presente in sala anche Dalila Nesci, parlamentare del Movimento Cinque Stelle. “Ci sono troppe ambiguità in questa storia. – ha detto – Ho fatto diverse interrogazioni parlamentari e ho chiesto risposte alle procure competenti e al presidente Oliverio per poter porre l’attenzione su questi appalti”.

“Appalti che per trent’anni verranno gestiti da un privato”, ha più volte sottolineato lo stesso Albanese.
A spiegare il senso dell’importanza di una sanità efficiente è stato però Alfonso Scutellà, padre di Flavio, morto per una serie di ritardi e negligenze che porteranno poi ad una serie di condanne.

“Vi invito a gridare su questa tematica per essere il più incisivi possibile. – ha detto – Abbiamo bisogno di un ospedale unico, ovunque si faccia. Mio figlio è morto per cento euro di reperibilità. E questo perchè siamo un popolo di individualisti”.

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