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Oppido, il Comitato 19 febbraio critica il Piano regionale. «Non siamo zona disagiata, è una sconfitta»

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«Sono 150 giorni di lotta raccontati nella nostra piazza principale con il documentario che ha ricostruito gioie, dolori, conquiste e sconfitte di questi 5 lunghi mesi».

Inizia con queste parole il post fiume pubblicato su Facebook da Comitato 19 febbraio in difesa dell’Ospedale di Oppido, aggregazione spontanea di cittadini che da 5 mesi si batte affinché il presidio ospedalieri di Oppido Mamertina, in territorio “disagiato”, possa rimanere aperto a tutela di quello che è un diritto che la Costituzione sancisce, il diritto alla salute.

«Dal sopralluogo del 21 febbraio del Commissario straordinario Asp, oggi Direttore Generale, Lucia Di Furia che annunciava la riattivazione del reparto di radiologia, il mantenimento del reparto di lungodegenza, la postazione di 118 medicalizzata e soprattutto l’attenzione nei confronti di una struttura periferica dislocata in ambiente montano, al mancato riconoscimento di zona disagiata per finire con l’attuale volontà del comitato di attendere la realizzazione di quanto annunciato e “promesso” post Dca – prosegue il post – Sono stati mesi difficili durante i quali non è stato possibile abbassare la guardia per la necessità quotidiana di stimolare la realizzazione dell’inversione di rotta annunciata dal “piano Di Furia”, a titolo esemplificativo e non esaustivo, sollecitando in silenzio la massima autorità sanitaria locale – e chi legge sa benissimo chi sia – nonché Direttore del “resuscitato” ambulatorio di radiologia, a formalizzare la donazione del MiniLab – nella qualità di sindaco – ed impegnarsi per fornire il rinato ambulatorio di radiologia di un pc e della stampante per refertare e per l’inserimento nel cup – nella qualità di direttore».

«Poi i due flash mob, che evidentemente non sono stati compresi, (sic!) il primo ideato per unire le istituzioni alle quali abbiamo più volte teso la mano per avviare una sinergica collaborazione in difesa del nosocomio mamertino, il secondo per ribadire e testimoniare – perché ancora non chiaro l’intento che animava la protesta – le reali difficoltà che un cittadino oppidese e dell’entroterra aspomontano è costretto ad affrontare per ottenere assistenza sanitaria. In auto da Oppido a Polistena – l’ospedale spoke – ma purtroppo la storia ci conferma che a Oppido Mamertina, dopo un incidente, si sosta a terra al freddo e senza alcuna assistenza per oltre 60 minuti e che, purtroppo, si muore in viaggio verso il più vicino pronto soccorso», si legge ancora.

«Arriva il sostegno della Città Metropolitana e dei suoi Consiglieri, del vescovo Milito, che si aggiungono ai sindaci di Varapodio, Palmi e Cinquefrondi, alle associazioni, ai comitati ed ex commissari Asp ai quali rivolgiamo nuovamente parole di riconoscenza e gratitudine per essersi spesi incondizionatamente per il nostro ospedale – prosegue il post – Il comitato con instancabile spirito propositivo ed abbandonando la rassegnazione interloquisce con i dirigenti Asp al fine di avviare una proficua interlocuzione per il bene ed il rilancio del Maria Pia di Savoia, e riempire di contenuti e di strumentazione salvavita il nosocomio mamertino che per anni è stato lasciato anche senza un defibrillatore – tutte attività documentate dalla stampa alla quale rimandiamo per chi ha scarsa memoria o fa finta di essere smemorato».

«Ci sono infiniti contributi formulati da professionisti del mondo dell’informazione che hanno condotto insieme a noi questa battaglia di civiltà e ci hanno permesso di accendere i riflettori su Oppido e sul nostro Ospedale, ed è a loro che oggi vogliamo ringraziare».

«La rete di comitati, oltre venti comitati provenienti dall’intera regione – qualcuno forse riuscirebbe a vedere solo un proliferare di aspiranti politici in questo caso in ambiente regionale – davanti al Maria Pia di Savoia per sottoscrivere un documento contenente le richieste per una “Calabria in buona salute” indirizzato al presidente Occhiuto, ovvero una proposta civica per il rilancio della sanità calabrese che si aggiunge alla proposta formulata dal comitato nel mese di marzo».

«Inizia a vedersi la luce infondo al tunnel con l’apertura della radiologia – che può avere un pc per la refertazione solo grazie alla BCC Calabria Ulteriore che lo ha donato dopo l’appello del comitato che silenziosamente constatava l’inerzia di chi avrebbe dovuto provvedere – e dopo l’incontro con il Direttore generale dell’Asp Rc la quale ribadisce la volontà dell’azienda di investire sulla struttura».

«Non abbiamo parlato di politica, ma abbiamo discusso di cose concrete anche accogliendo l’invito – rivolto a noi cittadini attivi “che legittimamente protestano”- a collaborare fattivamente per il rilancio della struttura mamertina».

«Ebbene, il piano di riordino della rete ospedaliera non può essere accolto con il medesimo entusiasmo esplicitato dopo l’incontro con il Direttore Generale – è indispensabile distinguere ruoli e competenze – poiché dell’agognato riconoscimento di zona disagiata non vi è traccia».

«E ci dispiace dover constatare che non aggiunge nulla a quanto già previsto!

Credendo nelle nostre rivendicazioni ci rechiamo dal Sindaco incassando – nuovamente – sostegno e l’espressa volontà di capeggiare la protesta contro quel carrozzone sul quale oggi tentano di salire, ma poi arrivano le rassicurazioni, poi le smentite, poi nuovamente rassicurazioni che annunciano un decreto ad hoc, il “decreto Oppido” che prevederebbe, tra le altre cose, un medico di assistenza di prossimità (c.d. Guardia medica) presente h24 nella struttura e del quale non vi è alcuna traccia nella pomposa presentazione – chiusa al comitato, ma aperta a parenti ed amici – per presentare un rilancio già annunciato da mesi.

Forse avremmo dovuto comprendere prima quale sarebbe stato l’epilogo, ma prendiamo atto della situazione, e ci associamo a chi sostiene che il piano di riordino “non è frutto di una protesta”. infatti, lo stesso prevede per Oppido l’ospedale di Comunità già annunciato molto prima dello scorso febbraio.

Noi diamo a Cesare quel che è di Cesare ed è per questo che oggi, 19 luglio, siamo qui a dire cosa ha fatto il comitato per permettere ai posteri l’ardua sentenza e per ringraziare quanti si sono avvicendati presso il sit-in per contribuire alla battaglia in favore del diritto alla salute, ovvero la battaglia per la vita!

Abbandoniamo il sit-in e ci poniamo in vigile attesa. Sappiamo che lavorano in silenzio e quindi consapevoli che i tempi saranno lunghi prima di poter vedere qualche risultato … auspicato!

La storia è scritta dai vincitori, non dai vinti e non temiamo smentite nel sostenere che in questa storia i vincitori sono i cittadini di Oppido Mamertina».

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