La Procura di Ancona ha chiesto due ergastoli per i presunti killer di Marcello Bruzzese, ucciso la sera di Natale del 2018 a Pesaro, fratello del pentito di ‘ndrangheta Girolamo.
Era la città dove l’uomo viveva con la sua famiglia sotto copertura, anche se nel campanello di cada figurava il suo nome per esteso. Girolamo è un ex affiliato della famiglia Crea, che si è ribellato, sparando al boss, per poi diventare collaboratore di giustizia. I killer attesero Marcello Bruzzese in via Bovio, dove sapevano che aveva il garage per la sua vettura. Lo uccisero scaricandogli addosso due caricatori. Poi la fuga.
Alla loro cattura si arrivò grazie a dei telefoni “olandesi”, uno dei quali trovato in possesso del latitante Giuseppe Crea a Rizziconi, in Calabria. I carabinieri del Ros, su indicazioni della Dda di Ancona, guidata da procuratore Monica Garulli, sono risaliti ai presunti killer, che avevano telefonini con sim olandesi la cui presenza venne riscontrata proprio a Pesaro il giorno di Natale del 2018.
Gli imputati sono Michelangelo Tripodi, di 43 anni, calabrese e Francesco Candiloro, anch’egli calabrese, ma di professione pasticcere a Brescia. Entrambi si dicono estranei ai fatti. La requisitoria di ieri, durata circa 5 ore, in un processo che avviene a porte chiuse con rito abbreviato, ha ripercorso le mosse dei presunti killer, il contesto e i motivi, spiegando che il delitto è maturato come un favore alla cosca dei Crea, che non aveva mai perdonato Girolamo Bruzzese.
Gli imputati e il collaboratore di giustizia erano collegati da remoto con l’aula del Tribunale di Ancona dove si svolge il processo. Udienza rinviata al 9 marzo per le parti civili. Sentenza probabile l’8 maggio.