“Io mi ricordo quattro ragazzi con la chitarra
E un pianoforte sulla spalla
Come i pini di Roma la vita non li spezza
Questa notte è ancora nostra”
Antonello Venditti, Notte prima degli esami, 1984.
Era piacevole la serata di ieri in piazza I Maggio a Palmi: i pochi passanti, una distesa
tranquillità post lavorativa e una salvifica brezza consentivano di avere un assaggio della
routine estiva ormai in arrivo.
Finché, ad un tratto, tutto è cambiato e note musicali conosciutissime, seguite da un coro di
giovani voci, non hanno animato la “Notte prima degli esami”.
I maturandi del 2025 hanno pagato il proprio tributo, entrando nella storia.
Li osservo, come fossero in mostra in una vetrina protetta da un vetro antisfondamento: a
me e a chiunque non abbia quel numero di matricola è proibito entrare e vano sarà ogni
tentativo di infrangere il divieto.
Per quanto non lontana nel tempo, quella notte non appartiene più a chi ha già pagato il suo
tributo per uscire da quella vetrina, che costringeva, ma che, in un certo senso anche
proteggeva.
C’è stata una sola notte prima degli esami per ognuno di noi: quella legata all’ansia che non
è mai stata paura, al tremore, che non è mai stato terrore, a quell’inspiegabile deliquio che
ottundeva i sensi, quasi mai generando panico.
E lacrime e sudore come acqua di fonte battesimale, per rinascere a nuova vita, con la grinta
e la forza che solo i sogni intoccabili dei diciottenni hanno e che, nel giorno degli esami,
devono ancora essere tutelati, protetti e preservati da chi in quella notte ha sperato e si è
incamminato verso il proprio traguardo e, forse, lo sta ancora facendo.
L’ho guardata quella meravigliosa e indistinta folla festante, incomprensibile nel suo
festeggiare e tirar tardi e lanciare anche fuochi d’artificio a me che, nella notte prima degli
esami di trentadue anni fa, dormivo per essere fresca per la prova d’italiano del giorno dopo.
Ogni generazione ha la sua storia e la sua “notte”, che resterà per sempre l’oasi in cui
trovare rifugio quando l’arsura degli anni avrà appesantito il cammino.
Auguri, meravigliosi maturandi e maturande dell’anno 2025.
