Nasce il Comitato Jonio-Tirreno per una mobilità sostenibile

La rappresentanza civica chiede l'apertura di un tavolo tecnico che coinvolga enti, istituzioni e cittadini

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Si è costituito a Marina di Gioiosa il Comitato Jonio-Tirreno per una mobilità sostenibile voluto per affrontare le tematiche annose che affliggono l’arteria in procinto di essere chiusa per due anni di lavori che interessano la grande galleria di valico della Limina. I costituenti – Antonio Carriero di Marina di Gioiosa Ionica, Aldo Polisena di Polistena, Carletto Romeo di Siderno, Cosimo Pellegrino di Siderno, Francesco Tropeano di Cinquefrondi, Gino Larosa di Mammola, Vincenzo Mileto di Cinquefrondi – si sono dati come obiettivo l’interlocuzione istituzionale non solo in favore dei cittadini, a cui si rivolgono quale punto di riferimento per la gestione delle problematiche legate alla viabilità dell’arteria, ma anche con enti universitari e politici atteso che è stato fortemente auspicato l’apertura di un tavolo tecnico aperto a tutti gli enti territoriali con controparti la Regione Calabria, la Città Metropolitana e S.E. il Prefetto di Reggio Calabria “al fine di predisporre, con il contributo dei tecnici ed esperti, le possibili soluzioni per scongiurare la chiusura della 682 non rinunciando ai necessari interventi di manutenzione e di messa in sicurezza,  come del resto, purtroppo,  continuano a testimoniare le recenti vittime di questa strada”  è stato riferito. Un tavolo, insomma, che – servendosi dei contributi tecnico-scientifici del docente dell’Università Mediterranea Domenico Gattuso, esperto in logistica e trasporti e delle indicazioni del professore Ilario Ammendolia già Presidente dei Comitato Sindaci della Locride – coinvolga tutti coloro che per ragioni diverse si servono della SGC e che, nell’ipotesi di chiusura, “si troverebbero catapultati 30 anni indietro, costretti a muoversi per mulattiere borboniche che hanno per secoli isolato interi territori”. Ultimo passaggio è stato riservato al “modo come questa vicenda è stata proposta, con poca considerazione e anche con “disprezzo” per le autonomie locali e per gli oltre 300 mila cittadini dei due territori collegati dalla superstrada” evidenziando le preoccupazioni per “i possibili risvolti in negativo che questo creerà alle economie dei due territori, dei disagi enormi che saranno costretti ad affrontare i pendolari  della Città Metropolitana, del danno culturale e sociale che si arrecherà al territorio”.