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Michele Scerra in concerto a Gioia Tauro

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Storie di solitudini, di passione e di potere, fra chitarre e percussioni saranno le protagoniste indiscusse del live folk blues di Michele Scerra che avrà luogo domenica prossima al Temple Pub di Gioia Tauro.

L’artista di Crotone infatti, accompagnato alle percussioni da Emmanuele Sestito, è pronto a presentare il suo primo disco solista dal titolo “Torneranno i poeti”.

“I poeti, non solo quelli canonici, leggono fra le righe e svelano ciò che non tutti gli uomini sono in grado di comprendere. – ha detto il cantautore – L’artifizio dell’arte serve proprio a questo. Il disco è una raccolta di nove canzoni di questo tempo.

Si parla di speranza che non arriva dall’alto, – ha aggiunto – di sensibilità, di ricerca della bellezza. Torneranno i poeti più che un titolo è un auspicio. L’auspicio di tornare a riconoscere la bellezza, che non è mai legata ad un bene materiale, ma sempre al piacere che l’uomo prova nel fare qualcosa con gli altri e per gli altri. I poeti appartengono a quella categoria in grado di svelare ai nostri occhi questa bellezza”.

Dopo aver pubblicato “Mestierante” nel 2009 e “La Terra” nel 2012”, di cui è cantante, chitarrista e autore, Michele ha collaborato con artisti del calibro di Hugo Race, Paolo Benvegnù, Luigi De Gregori Grechi, The Gang, Tom Russel, Robyn Hitchcock, Massimo Bubola, Bocephus King.

La sua formazione artistica è fiorentina, e dopo i primi gruppi in bilico tra folk e canzone d’autore, nel 2008 fonda insieme ad altri musicisti l’Orchestra del Rumore Ordinato.

Nel 2012 ha partecipato al Tenco Ascolta alla tappa di Piombino e sempre con la band negli anni è stato più volte ospite del Buscadero day e del Townes Van Zandt International Festival, fino ad arrivare alla sua ultima creazione dotato di un sound particolare.

“Nel disco hanno suonato tanti musicisti come Fulvio Renzi, Gianfrando De Franco, Davide Calabretta, Giovanni De Sossi e Gianfilipo Boniper, – ha proseguito Scerra -per questo il suono è vario. Parte da una scrittura asciutta folk/blues e si muove fra archi, fiati, synth.

Si tratta dell’inizio di una ricerca sonora che da nord, dove ho vissuto fino a tre anni fa, si sposta verso sud, dove vivo adesso. È un suono che si muove e cambierà, soprattutto dal vivo con l’utilizzo di percussioni e chitarre. La terra dove vivo è il luogo che genera il suono, è l’inizio di una ricerca che per fortuna non so dove mi porterà”.

Non rimane che ascoltarlo il prossimo 10 dicembre nella città del porto, per una serata artistica, all’insegna del cantautorato.

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