È stata una settimana intensa quella che ha visto il Commissario straordinario dell’Autorità di
Sistema portuale dei Mari Tirreno meridionale e Ionio, Paolo Piacenza, partecipare alla
“Genoa Shipping Week”, un appuntamento biennale che riunisce operatori portuali, marittimi
e logistici provenienti da tutto il mondo. Nel corso dei suoi incontri, tra i quali il XII Forum
“Shipping and Intermodal Transport” e il convegno “Unire i porti, costruire il futuro”, questa
mattina ha partecipato all’appuntamento, organizzato da SRM – Intesa San Paolo, sui
“Grandi scenari dei container: i nuovi mercati”, nel corso del quale operatori marittimi e
logistici hanno fatto il punto sulle rotte e sulle dinamiche che stanno caratterizzando il
trasporto globale dei container.
Nel suo intervento, il Commissario Piacenza ha focalizzato l’attenzione sugli investimenti
infrastrutturali che si stanno realizzando a Gioia Tauro che servono a garantire – ha detto –
“la tipicità del nostro porto, che è quella di accogliere le navi più grandi al mondo, che
attualmente circolano nel mercato internazionale. Elemento questo che ha garantito, anche in
questi anni di grande crisi globale, a partire dalle pandemie fino alla chiusura del canale di
Suez, senza dimenticare la direttiva europea Ets, potenzialmente impattante sullo sviluppo dei
traffici marittimi, una crescita costante con numeri incredibili. Come ho già avuto modo di
dire nei vari incontri ai quali ho partecipato in questa settimana, – ha aggiunto Piacenza –
abbiamo chiuso il 2024 con 3,9 milioni di teus movimentati. Nei primi nove mesi di questo
anno abbiamo già registrato una crescita dell’11,6% rispetto ai primi nove mesi del 2024 per
cui, con buone probabilità, chiuderemo il 2025 abbattendo, per la prima volta, la barriera dei
4 milioni di teus. Sono numeri incredibili che meritano di essere analizzati nel contesto
nazionale, perché il porto di Gioia Tauro movimenta il 40% dei container italiani. Un dato
che deve far riflettere sull’importanza vera del transhipment, che non può essere considerato
quale mera attività di trasbordo ma che rappresenta un’essenziale porta d’ingresso della
merce internazionale nel mercato nazionale. Bisogna altresì soffermarsi – ha continuato – sui
3,9 milioni di teus movimentati nel 2024 rilevando come, di questi, 3,3 milioni riguardano
container pieni. Un dato importante perché fa comprendere come si è mossa l’economia
nazionale e mediterranea e quale sia il ruolo fondamentale, all’interno della stessa, che
ricopre il nostro porto. Tutto questo – ha aggiunto – vuole dire produzione di valore aggiunto,
ad esempio in termini di IVA, nei porti dove la merce viene sbarcata e quindi tasse e introiti
che rimangono sul territorio, sulla quale bisognerebbe tuttavia riflettere considerato che
poche di queste risorse rimangono nel porto di transhipment che, tuttavia, come visto, è
elemento essenziale di questa catena. Aggiungo, inoltre, che dei 3,9 milioni di teus
movimentati, circa 800 mila sono contenitori che arrivano o vanno verso i porti nazionali, da
questo punto di vista dire che il porto di Gioia Tauro sia un porto di transhipment è vero, ma
forse è riduttivo perché bisogna considerare che senza il porto di Gioia Tauro circa 800 – 900
mila teus di merce non arriverebbe in altri porti d’Italia e quindi nel mercato nazionale>>.
Il commissario Paolo Piacenza ha, quindi, descritto quelli che sono gli interventi
infrastrutturali che garantiranno la leadership di Gioia Tauro: – <<Entro la fine dell’anno
avvieremo un importante intervento di dragaggio, superiore ai 5 milioni di euro, per garantire
quella che è la caratteristica del nostro porto: 18 metri di profondità su una banchina lunga
quasi quattro chilometri, che permette al porto di Gioia Tauro di ricevere le mega navi di
ultima generazione e di rispondere positivamente al fenomeno del gigantismo navale>>.
<<Io penso che il porto di Gioia Tauro sia un porto essenziale – ha continuato Piacenza – che
crescerà ulteriormente, tant’è vero che le nostre previsioni di traffico puntano ai 7 milioni di
teus entro il 2029. Tutto questo, però, lo si può raggiungere con investimenti in infrastrutture
che devono essere finanziati. Mi riferisco all’ampliamento dei piazzali, alla velocità di
movimentazione dei container, alla digitalizzazione e sicurezza dei sistemi informatici. E poi
anche alla capacità di attrarre ed esportare merci via treno. Abbiamo un parco ferroviario di
sei binari da 750 metri che, nei primi nove mesi dell’anno, ha movimentato 616 coppie di
treni destinati a crescere. Anche questi dati, riferiti alla merce che arriva da altre realtà
nazionali, che grazie alle navi giganti di Gioia Tauro può avere un mercato internazionale,
deve servire ad aprire una riflessione complessiva di sistema, affinché un porto di
transhipment abbia una rilevanza assoluta sull’economia nazionale della portualità>>.
Piacenza ha concluso il suo intervento con lo sguardo rivolto, anche, alla possibilità di
sviluppo del retroporto: – <<L’obiettivo che mi pongo in questo momento è verificare come
poter riuscire a sviluppare le aree retroportuali portando valore aggiunto al nostro porto e al
territorio. Penso che avere un porto di tali capacità fisiche e non sfruttare la zona portuale
adiacente, che non è interrotta come in altri porti d’Italia da autostrade e colline, sia
un’occasione da non poter perdere per assicurare maggiore sviluppo al territorio>>.



