«Alla luce della votazione in aula della legge regionale che di fatto riporta sotto l’egida decisionale della Regione la gestione dei rifiuti e delle acque pubbliche partendo da un commissariamento, l’ennesimo, attendo vivamente di essere smentito in maniera positiva sui risultati attesi».
È quanto scrive in una nota stampa Alessandro Riotto, assessore all’ambiente del Comune di Palmi commentando la decisione di Palazzo Campanella di una gestione centralizzata del sistema di raccolta dei rifiuti e delle acque pubbliche.
Una decisione che trova in disaccordo non solo l’assessore, ma anche il sindaco Giuseppe Ranuccio che nelle scorse settimane aveva espresso non pochi dubbi su un simile modello.
«Al momento il tutto sembrerebbe incentrato sulla possibilità di reperire importanti risorse puntando al PNRR, ma è evidente, a chi ha personalmente seguito la vicenda, che al momento si tratta di un contenitore vuoto – continua Riotto – È infatti sufficiente esaminare la “questione” rifiuti: dopo un lungo travaglio, le ATO provinciali calabresi erano riuscite ad acquisire una certa dimestichezza nella gestione dei rifiuti e i sindaci avevano trovato negli uffici provinciali/metropolitani un interlocutore per la gestione anche delle emergenze. Il nuovo assetto voluto a livello regionale perciò ci ha lasciato alquanto sgomenti e dubbiosi, soprattutto in vista della stagione estiva con il raddoppio della popolazione sul territorio».
Che quella dei rifiuti, in Calabria, sia una piaga che ciclicamente si riapre, è fatto noto e purtroppo ad oggi sembra non esserci una cura efficace al problema. Men che meno sembra esserlo, secondo molti sindaci ed assessori del territorio, un ritorno al sistema di gestione centralizzata dei rifiuti, la cui cabina di regia è gestita da un commissario nominato dal presidente della Regione.
«Ci si chiede se, per quanto bello, il contenitore sia privo di contenuti. Sì perché per la questione rifiuti nulla è emerso in tema di un ciclo virtuoso, e ancora oggi viaggiamo rispetto al resto dell’Italia ad una velocità più che dimezzata – commenta ancora l’assessore Riotto – Ancora oggi infatti, non si parla di economia circolare nella gestione dei rifiuti e i modelli utilizzati non prevedono alcun vantaggio per i cittadini nemmeno sull’aspetto di un ritorno ambientale; il tutto in un momento particolarmente attenzionato dal punto di vista energetico».
Da qualche tempo si è infatti tornati a parlare della seconda linea del Termovalorizzatore di Gioia Tauro, senza però che siano chiari gli obiettivi che questo deve avere in termini di emissioni inquinanti e di benefici ambientali, e non per il territorio circostante.
«Sarà un impianto al plasma con vetrificazione e inertizzazione dei prodotti trattati, che avevamo proposto anche al precedente governo regionale? Dovrà avere un abbattimento sostanziale delle emissioni o un miglioramento? È previsto un sistema di monitoraggio a medio e lungo raggio delle emissioni, sarà integrato con tutta la linea di trattamento dei rifiuti? Potrà gestire anche rifiuti speciali vedi i fanghi della IAM con un enorme risparmio non solo per l’ente gestore ma per tutto il territorio? Potrà produrre energia elettrica?», domanda l’assessore.
«Purtroppo persiste una mancata visione, una scelta degli obiettivi da perseguire, in un particolare periodo dove più che mai si pala di economia circolare e di dipendenza energetica. Mancano gli impianti per il trattamento della frazione umida per la produzione di Biogas, ovvero gas metano, che a sua volta potrebbe essere utilizzato per l’integrazione in rete o per la produzione di energia elettrica da redistribuire a tariffa agevolata ai centri cittadini a ridosso dei siti», aggiunge l’assessore Riotto.
Relativamente al tema delle acque pubbliche, Riotto ritiene che prioritario sia l’aggiornamento del «Piano di Tutela delle acque che tiene con il fiato sospeso i cittadini palmesi e di Seminara e Melicuccà, che vivono nell’incertezza della realizzazione di una discarica che gravita sul bacino idrografico della sorgente Vina, la cui realizzazione è stata al momento scongiurata grazie all’intervento dell’amministrazione comunale, che ha coinvolto il Ministero della Transizione Ecologica sulla vicenda, e al contributo delle associazioni locali pronte a difendere il diritto alla salute dei cittadini».
Resta però un altro problema, quello delle perdite idriche che supera il 53%, insieme alla mancanza dei Piani di sicurezza delle acque, e a quello della riscossione.
«Un solo commissario avrà le competenze idonee per la gestione di due temi così contrapposti ovvero rifiuti e acque potabili? Quello che è certo è che non si può pensare di risolvere un problema utilizzando le stesse logiche che l’hanno generato, è l’ora che i cittadini sperimentino sistemi virtuosi e si approprino del loro territorio e ricevano le giuste compensazioni ambientali energetiche ed economiche. Il prezzo sanitario e di vite umane è davvero alto e non si può più giocare su temi così importanti. Sinceramente spero e speriamo di essere smentiti altrimenti faremo un salto indietro di oltre 20 anni», conclude Riotto.