Con l’emanazione dell’Ordinanza n. 4 da parte della struttura commissariale per l’emergenza PSA (Peste Suina Africana), la Regione Calabria ha disposto la sospensione dell’attività venatoria in alcune zone soggette a restrizioni. Una misura dettata da esigenze sanitarie, che tuttavia sta sollevando forti preoccupazioni tra gli agricoltori, in particolare nel settore olivicolo.
Negli ultimi anni, la presenza incontrollata dei cinghiali ha causato danni ingenti alle coltivazioni, con episodi sempre più frequenti di distruzione delle reti stese a terra per la raccolta delle olive. Questi animali, attratti dai frutti e dalle strutture agricole, compromettono intere giornate di lavoro e provocano perdite economiche significative, proprio nei momenti più delicati del ciclo produttivo.
La sospensione della caccia, avvenuta in concomitanza con l’inizio della campagna olivicola, rischia di aggravare ulteriormente la situazione. Le associazioni venatorie e agricole hanno già avanzato richieste formali di deroga, sottolineando la necessità di un contenimento selettivo della popolazione suina selvatica.
Il commissario straordinario per l’emergenza PSA, Giovanni Filippini, ha recentemente accolto alcune istanze, autorizzando la ripresa dell’attività venatoria nelle zone di restrizione I. La deroga, introdotta con l’Ordinanza n. 3/2025, consente la caccia al cinghiale anche in queste aree, senza la necessità di una richiesta specifica. L’obiettivo è duplice: monitorare e ridurre la diffusione della malattia e contenere i danni alle colture.
La questione solleva un tema più ampio: come conciliare la tutela sanitaria con la salvaguardia delle attività agricole? Gli agricoltori chiedono alla Regione Calabria di adottare misure più flessibili e mirate, che permettano di intervenire in modo tempestivo e controllato, senza compromettere la continuità produttiva.
Una possibile soluzione potrebbe essere il rafforzamento dei piani di abbattimento selettivo, la creazione di squadre di intervento rapido e una maggiore collaborazione tra enti sanitari, associazioni agricole e venatorie.
In un territorio dove l’agricoltura rappresenta una risorsa vitale, è fondamentale trovare un equilibrio tra prevenzione sanitaria e sostenibilità economica.



