PALMI – In appena tre giorni sono state raccolte già oltre 400 firme per chiedere che venga riaperta al culto la chiesa di San Fantino, a Taureana di Palmi, chiesa sconsacrata qualche anno fa per permettere l’inizio dei lavori di restauro, conclusi di recente.
L’iniziativa è partita dagli abitanti di Taureana, Tonnara e dai membri del Comitato per i festeggiamenti Maria Santissima dell’Alto Mare, preoccupati del fatto che la chiesa e la cripta siano divenute dei musei e non più luoghi dedicati al culto cattolico.
In una lettera indirizzata al commissario prefettizio del Comune di Palmi, alla Sovrintendenza ai beni archeologici di Reggio Calabria ed alle autorità politiche locali, i promotori dell’iniziativa chiedono di prestare maggiore attenzione alla chiesa di San Fantino, che sta piano piano diventando un museo, perdendo la funzione per la quale è stata costruita.
«L’archeologia ha la sua importanza, ma tale luogo è importante proprio perché sacro, pertanto come si permettono le visite archeologiche, è giusto che si permetta il culto, non solo ai parrocchiani, ma a chiunque animato da fede cristiana», scrivono i promotori dell’iniziativa nella lettera.
Da venerdì è possibile firmare una petizione, inviando un messaggio privato tramite Facebook al parroco don Vittorio Castagna, o anche rivolgendosi a Rocco Gentile, presidente del comitato.
«La cripta è tutt’oggi zona sacra – ci spiega don Vittorio Castagna al telefono – ma la chiesa va riconsacrata. E’ anche vero che il Vescovo mi ha autorizzato a celebrare la messa nella chiesa quando lo volessi ma non mi è purtroppo ancora concesso celebrarla. Tengo anche a sottolineare che se oggi la chiesa ha di nuovo l’importanza che merita, è sì grazie al Movimento culturale di San Fantino, ma soprattutto grazie a don Salvatore, che quando era parroco ha fatto sì che venisse rivalutata la chiesa».
La chiesa di San Fantino, subito dopo il restauro, si è trasformata in un museo e non è più utilizzata come luogo di culto; nelle scorse settimane un cittadino palmese, che voleva battezzare lì il proprio figlio, si è visto negata questa possibilità, nonostante il parroco Don Vittorio si fosse dimostrato disponibile.
Fino a qualche tempo fa, il 24 di ogni mese dentro la chiesa, si celebrava una messa in onore di San Fantino, e in generale, durante tutto l’anno, si tenevano celebrazioni religiose, sospese nel momento in cui sono iniziati i lavori di restauro. E adesso che i lavori sono terminati, al parroco non viene concesso di celebrare le funzioni religiose.
«Nessuno è contrario che il Movimento Culturale “San Fantino”, a cui va il merito di aver valorizzato l’antica chiesa insieme ai membri del Comitato Maria Santissima dell’Alto Mare, con l’appoggio ed il sostegno dei parroci che nell’ultimo ventennio hanno guidato la parrocchia, si occupi di ciò che riguarda l’aspetto archeologico – scrivono ancora i cittadini promotori dell’iniziativa – ma quello religioso non può essere messo da parte, perché primario, ed è giusto che sia la parrocchia a gestirlo».
Viviana Minasi