Con l’approvazione definitiva alla Camera dei Deputati, la riforma della Maturità è ufficialmente legge. Un provvedimento che segna un cambiamento profondo non solo per l’Esame conclusivo del secondo ciclo, ma per l’intero sistema scolastico italiano.
La conversione in legge del decreto, già approvato dal Senato, ha ottenuto 138 voti favorevoli, 91 contrari e 9 astenuti. Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha sottolineato come il provvedimento introduca misure strutturali anche per la filiera formativa 4+2, per la sicurezza degli edifici scolastici e per la valorizzazione del personale docente, con l’obiettivo di costruire una scuola più moderna e centrata sulla crescita degli studenti.
Tra le novità principali, il ritorno alla denominazione “Maturità” per l’Esame finale, che sarà composto da due prove scritte e un colloquio orale basato su quattro discipline, indicate da decreto ministeriale. Il colloquio includerà anche l’educazione civica e le esperienze di formazione scuola-lavoro. Dal prossimo anno, chi si rifiuterà di partecipare attivamente al colloquio orale sarà automaticamente bocciato.
La valutazione finale terrà conto anche dell’impegno in attività extrascolastiche meritorie. I commissari d’esame passeranno da sette a cinque, con formazione specifica. Cambia anche il voto in condotta: un 5 comporterà la bocciatura, mentre con un 6 sarà richiesta una prova di cittadinanza attiva. Il punteggio massimo sarà riservato a chi avrà almeno 9 in condotta.
Importanti modifiche riguardano anche l’alternanza scuola-lavoro, che cambia nome in “formazione scuola-lavoro” e non potrà più prevedere attività in contesti ad alto rischio. L’INAIL promuoverà campagne informative sulla sicurezza e la copertura assicurativa sarà estesa anche agli spostamenti casa-lavoro.
Il Ministro Giuseppe Valditara ha dichiarato: “Con questa riforma ridiamo senso alla Maturità, riaffermando i principi del merito, dell’impegno e della responsabilità individuale. La formazione scuola-lavoro deve essere un’occasione di crescita, non di rischio”.
La riforma interviene anche sull’istruzione tecnica e professionale, rendendo ordinamentale il percorso 4+2, con programmi innovativi e un rapporto più stretto con il mondo delle imprese. Previsti inoltre 240 milioni per il rinnovo del contratto della scuola, più risorse per Agenda Sud, il potenziamento della formazione dei docenti e regole più severe per i viaggi d’istruzione.
Un passo importante anche per il Sud e per la Calabria, dove il rafforzamento delle scuole e il riconoscimento del lavoro svolto nei territori più fragili rappresentano una leva fondamentale per lo sviluppo educativo e sociale.



