A Reggio Calabria la prima del libro di Domenico Latino

Un volume per raccontare una storia vera e tante "ordinarie omofobie”

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«Aver avuto l’opportunità di scrivere questo libro mi è servita molto per comprendere meglio un universo ancora troppo sconosciuto e purtroppo infarcito di stereotipi e pregiudizi completamente da sfatare» ha spiegato il giornalista e scrittore Domenico Latino che per il suo esordio nel mondo autorale ha “scelto” una tematica, quella della discriminazione omofoba, che, ancora nel terzo millennio, non conosce crisi vieppiù lenti e timidissimi riconoscimenti culturali. Con “Volevo essere la Barbie- Storia dei Davide e ordinarie omofobie” ed. Officine Editoriali da Cleto – che sarà presentato a Reggio Calabria presso la sala Federica Monteleone della sede del Consiglio Regionale il prossimo 9 dicembre alle ore 10,30 – l’argomento, moderato dalla Garante Regionale della Salute, Anna Maria Stanganelli, sarà affrontato e sviluppato in un dialogo aperto e franco al quale prenderanno parte Natascia Maesi, Presidente nazionale Arcigay, Marco Marchese, editore del volume e Davide Sgrò, protagonista del libro, che con la sua storia raccolta da Latino nella forma del libro-intervista ha voluto, ancora una volta, esporre e ribaltare i cliché che bersagliano la comunità lgbt. Ed è proprio sulle vicende che hanno colpito personalmente il giovane attivista di Catanzaro che l’autore ha cercato di sensibilizzare il proprio e l’altrui senso critico, anestetizzando banali pulsioni comuni e contraddizioni estemporanee, per lasciare spazio al racconto di soprusi e vessazioni sfociate, il più delle volte in molestie e persecuzioni ideologiche, anche a mezzo social, che hanno bersagliato il modo di vivere un giovane ragazzo con la sola colpa di essere, agli occhi degli altri, eccentrico, diverso se non addirittura sbagliato. Dunque, come è possibile pre-giudicare una persona per il suo modo di vestire, atteggiarsi o amare, per la sua professione o per le proprie idee su un disegno di legge (Zan) e convinzioni sessuali? Latino ha cercato di dare un senso a queste domande ripercorrendo passo passo tutto il malessere del protagonista, persona oppressa, fin dall’infanzia, da diffidenza legata all’omofobia epperò fiduciosamente abbandonatosi alle domande dell’estensore per far emergere, prepotentemente, tutta l’umanità di una vicenda vissuta in presa diretta per rovesciare il pesante tavolo accollato alle “vittime del pregiudizio” e dare precisa testimonianza di cosa significhi avere una prospettiva non convenzionale sul mondo e sulla società contemporanea. Un libro pieno, intenso e vero frutto di una serie di dialoghi serrati e incontri – di cui solo il primo casuale – per abbattere preconcetti e falsi miti ma soprattutto per «imparare a confrontarsi con tutte le vicende umane che ci circondano» mettendo il naso fuori dalla propria “sicura” confort-zone. «Ho pensato a questo volume – ha spiegato ancora Latino – come ad una sorta di riscatto anche per Gioia Tauro pensando alla figura di Ferdinando Caristena» vittima di ‘ndrangheta nel 1990, a cui oggi la città ha dedicato una via e vicenda che l’attuale Procuratore della Repubblica presso il Tribunale dei Minorenni di Reggio Calabria Roberto Di Palma espose in una intervista rilasciata al giornalista Klaus Davi entrambi presenti all’iniziativa assieme al sindaco metropolitano Giuseppe Falcomatà, al magistrato Luciano Gerardis, al giornalista Arcangelo Badolati e alla senatrice Tilde Minasi.