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Tassa turistica a Palmi, è polemica

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Se fosse un libro o un film avremmo già il titolo: “L’euro della discordia”.

Sì, l’euro, proprio un euro che sta facendo discutere palmesi e non sulla necessità di applicarlo ai soggiorni dei turisti nelle strutture ricettive della città.

Andiamo con ordine. Pochi giorni fa il sindaco di Palmi Giuseppe Ranuccio ha annunciato tramite una nota stampa l’istituzione della tassa di soggiorno di un euro, da applicare alle tariffe alberghiere.

Una decisione che sarebbe stata presa di comune accordo con albergatori ed operatori del settore turistico, durante alcuni incontri avvenuti a palazzo San Nicola.

Si tratta di una tassa che in diverse città d’Italia ed Europa viene applicata sui soggiorni in hotel e b&b, e che varia da un euro fino ad un massimo di quattro euro.

I consiglieri palmesi

A giustificare l’introduzione della tassa turistica dal valore quasi simbolico, è la necessità di investire i soldi provenienti dai soggiorni per migliorare l’aspetto della città, intervenendo dove ci sono carenze e criticità.

«Siamo convinti che turismo e cultura possano far rinascere la nostra città – sono state le parole del sindaco – Tuttavia, considerato che le finanze comunali sono limitatissime e che non possiamo esimerci dall’intervenire su priorità quali, ad esempio, scuole, strade, e assistenza sociale, per poter potenziare in maniera decisa il turismo siamo costretti a ricorrere ad altre iniziative per il reperimento dei fondi necessari.

Per poter intervenire sul marketing territoriale, sui servizi e su tutto ciò che è legato allo sviluppo del settore, abbiamo dunque deciso di ricorrere ad uno strumento già in uso in altri centri a vocazione turistica».

E apriti cielo.

Subito una serie di critiche da parte di diversi cittadini palmesi (e non) sono piovute sull’amministrazione, accusata di causare un decremento del flusso turistico estivo proprio con l’introduzione della tassa da un euro.

A rispondere alle critiche è stato il consigliere di maggioranza Lillo Galletta attraverso una nota stampa.

«È fuori dubbio che le entrate derivanti dalla tassa di soggiorno possano migliorare la fruibilità degli spazi pubblici in favore del turismo – ha scritto Galletta – In un momento in cui le attuali disponibilità finanziarie del Comune non consentono di fare interventi straordinari, questo strumento genera risorse da destinare alla valorizzazione e all’innalzamento dell’attività turistica, garantendo la qualità dei servizi offerti, senza gravare sulle tasche dei cittadini».

Quanto al paventato rischio di perdere competitività in vantaggio di alti centri, Galletta dice: «L’ipotesi mi sembra peregrina. La tassa è talmente bassa da non incidere sulla decisione di un turista di scegliere o meno la nostra città come luogo in cui trascorrere le vacanze. Sono Sono convinto- prosegue il consigliere – che la bassa presenza di turisti sia dovuta piuttosto ai vincoli di natura strutturale e all’incuria di cui la nostra città è stata vittima per troppo tempo».

L’euro chiesto a chi soggiorna nelle strutture della città diventerà un modo per “arricchire” i capitolati d’appalto dedicati alla promozione turistica ed al decoro urbano, all’implementazione di servizi ed al miglioramento dell’offerta turistica più in generale.

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