E’ stata fino all’ultimo una seduta di Consiglio comunale composta e dai toni pacati, un po’ barocca e pomposa – se vogliamo – nei complimenti e negli elogi, ma mai denigratoria ed offensiva.
A stravolgere il clima di serenità e pacatezza ci ha pensato il primo cittadino, che dopo una serie di complimenti ai tecnici che hanno lavorato al Piano, ai tre assessori che si sono susseguiti negli anni e che hanno coordinato i lavori, è passato all’attacco di chi ha invitato i consiglieri a non presentarsi in Consiglio. Senza però fare alcun nome.
Ma alla città non è certo sfuggito che l’invito a disertare l’assise è giunto dal Circolo “Armino” (una componente era presente in aula), che a lungo si è battuto affinché il Piano venisse rivisto perché giudicato poco chiaro e poco strategico.
[È di poco fa una nota del Circolo “Armino” che getta ombre sulla legittimità dell’atto votato dal Consiglio]
“Qualcuno – ha detto Barone – si è preso la briga di diffondere in giro la notizia che questo Piano tutela interessi di politici e privati, scrivendo da più parti che questo sarebbe il Psc degli interessi di pochi ed invitando il consiglieri a disertare la seduta di oggi. Bene, io ho preso tutti questi fogli e li ho portati in Procura, affinché sia la magistratura a verificare se ci sono di mezzo interessi di pochi o se invece, è tutelato il solo interesse della città”.
Ha quindi proseguito il suo intervento, il sindaco, dicendo che “l’invito a non votare, rivolto ai consiglieri, è stato fatto utilizzando un chiaro linguaggio mafioso”, arrivando ad ipotizzare che “siccome oggi molti consiglieri sono assenti, vorrei capire se si sono sentiti intimiditi, se sono stati intimoriti da questo invito o se la loro assenza è dettata da motivi personali”.
Si è quindi preoccupato, in maniera un po’ maldestra e dopo una serie di insulti ed attacchi personali, di sottolineare che “la battaglia politica non può essere basata sull’attacco alla persona e sulla demonizzazione dell’avversario”, concludendo così: “io non sono preoccupato tanto dei pipistrelli che girano in città e che la Regione ci ha chiesto di salvaguardare, quanto degli altri animali che sono lasciati liberi di circolare. A questi deve pensare la magistratura, ed alle voci che questi mettono in giro”.
Momenti di tensione, infine, al termine dell’assise per qualche parola di troppo che sarebbe sfuggita di bocca ad uno dei soci del Circolo “Armino” presente in aula, nei confronti – pare – del sindaco.