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Palmi, il Psc ottiene il via libera dalla sola maggioranza. Per l’opposizione presente Zampogna che vota sì

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Poteva essere semplicemente il consiglio comunale dell’approvazione definitiva del Psc, e della presa d’atto delle 27 tra osservazioni e prescrizioni eccepite dagli uffici regionali competenti, invece quella di stamattina sarà ricordato anche per l’ennesima seduta al veleno, dai toni non certo concilianti utilizzati dal primo cittadino.

Intanto è da sottolineare l’assenza totale della minoranza, ridotta al solo consigliere Giuseppe Zampogna la cui presenza si è rivelata determinante per approvare l’ultimo punto all’ordine del giorno, quello relativo al Psc; con la sua presenza, Zampogna ha garantito la maggioranza assoluta necessaria per approvare il Psc e le sue varianti (come recita l’articolo 30 comma 10 dello Statuto comunale).

Ma una nota del Circolo “Armino”, diffusa poco fa getta ombre sulla legittimità della modalità con cui l’atto è stato approvato. L’articolo 30 dello Statuto comunale, al comma 10, recita che il Psc e varianti, così come il bilancio comunale, deve passare con la maggioranza assoluta dei consiglieri assegnati al Consiglio, e non con la maggioranza del Consiglio del quale il sindaco è parte, pur non essendo consigliere. La maggioranza, nel caso Palmi, sarebbe di 9 consiglieri sindaco escluso.

Per il resto, mancavano all’appello i consiglieri Manucra, Stilo, Briga, Orlando, Del Duca, Ciappina Concetta Maria e Surace, più il consigliere chiamato a sostituire il dimissionario Ferraro, ovvero Pino Vincenzi il cui ingresso in Consiglio è stato votato questa mattina.

Dopo il riconoscimento all’unanimità dei debiti fuori bilancio per due sentenze definitive, il Consiglio è stato chiamato ad esprimersi in merito alla presa d’atto del decreto relativo alla VAS del Psc e ad approvare gli elaborati integrativi di recepimento delle indicazioni e delle prescrizioni provenienti dalla Regione, con approvazione definitiva del Piano.

“Il Piano ha avuto un iter travagliato – ha commentato l’assessore all’Urbanistica Silvana Misale – Iniziato dalla collega Pipino e proseguito da Natale Pace, è giunto a me in fase conclusiva, ed oggi finalmente posso dire che il Consiglio firma il suo patto con la città, con la sua gente e le sue imprese. Palmi non possedeva uno strumento urbanistico, l’unico esemplare era un piano di fabbricazione risalente al 1977 ma tutto era fuorché un piano di ampio respiro. C’era qualche regola – ha proseguito l’assessore – ma riguardava perlopiù la tutela del centro urbano; oggi abbiamo un Piano di concezione moderna, che garantisce il riordino del territorio ed il recupero dei valori di tutela del paesaggio. Questo Psc – ha concluso – è un atto di coraggio, che incide sul futuro della città”

Natale Pace, che è stato assessore all’urbanistica e quindi direttamente coinvolto nei lavori per la stesura del Psc, ha riconosciuto la valenza del Piano prodotto, “il primo dopo oltre 100 anni. Mi rincresce il fatto che purtroppo – ha detto Pace – qualcuno ha pensato di dire in più sedi che questo Piano altro non fa che tutelare interessi di privati, di progettisti e politici, facendo opposizione in piazza, blaterando e dicendo assurdità. La verità è che questa amministrazione porta a casa un lavoro in città che manca da un secolo”.

Quindi è stata la volta di Giuseppe Zampogna. “Personalmente mi sono interessato al Psc dal 2002, quando ero assessore della giunta Galletta – ha detto Zampogna – e da allora se ne è parlato molto ma si è fatto ben poco. Oggi abbiamo finalmente un Piano, grazie al quale la città potrà avere slancio economico. Lo voto nonostante questa amministrazione non mi appartenga”.

Anche Carmelo Ciappina ha sottolineato l’importanza del lavoro svolto sin dal 2013, ben 4 anni fa, “un lavoro fatto di concerto con la città e non in segreto o dalla sola maggioranza. Il Psc è della città e dei cittadini; mi dispiace per coloro che hanno creduto fino all’ultimo che non avremmo portato a casa questo risultato e mi auguro che Palmi ed i palmesi capiscano la portata di questo lavoro e lo apprezzino”.

E Antonio Papalia ha aggiunto: “Il tema del Psc ha visto il Comune e la città impegnati lungo tutto il quinquennio, mettendo a confronto approcci diversi, idee diverse, visioni diverse. Il piano ha subito evidenti modifiche ed integrazioni: le 27 raccomandazioni contenute nel decreto VAS incidono profondamente sull’idea tecnica di Psc proposta inizialmente a questo Consiglio. Per scelta non ho mai partecipato a riunioni tecniche per la redazione del Piano: assumo pienamente la responsabilità politica di aver dato fiducia all’amministrazione ed alle sue scelte e guardo al risultato. Dopo più di un secolo e dopo un lavoro tutt’altro che frettoloso, portiamo definitivamente a compimento un percorso ed abbiamo un Psc che, in quanto tale, è flessibile – dunque, modificabile. Ciò che lasciamo alla Città ed in eredità a chi verrà dopo di noi è l’impegno a non distruggere un bagaglio di esperienza che deve avere un qualche valore. Si potrà ripartire da qui, implementando ogni valutazione e ragionando su ogni singolo fattore”.

“Quanto a noi – ha proseguito Papalia – io penso che dobbiamo avere chiaro il tema che avevamo davanti cinque anni fa. La Palmi del 2012 era come un’auto d’epoca, prestigiosa, con una storia straordinaria, ma ingolfata, ferma, arrugginita e piena di polvere. Un’auto che ha avuto bisogno di tutto l’impegno necessario non per splendere ma, semplicemente, per essere nuovamente messa a moto. Il tema che avevamo davanti, dunque, era quello di un cambio di rotta, di una inversione di tendenza, delle scelte e degli strumenti per riaccendere una scintilla e lasciare a chi verrà dopo di noi una città più governabile. Io, in questo senso, rivendico tutto lo sforzo fatto per provare a scuotere la città e so che questo sforzo ha avuto limiti, ha incontrato errori, si è misurato con complicazioni di ogni genere. Sapevo, quando ho scelto di candidarmi, che questo sarebbe stato il nostro compito, ma rivendico con forza la capacità corale di mettere a fuoco alcuni dei grandi problemi che la città ha avuto e continua ad avere: il fatto di averli analizzati, compresi, affrontati, per provare a ritornare a galla. È chiaro che poi bisogna discutere su come si poteva fare meglio, su come si potevano evitare alcuni errori e, soprattutto, sul perché una buona parte della città non ha percepito questi sforzi”.

A seguire Antonino Randazzo ha rimarcato l’importanza di aver approvato il Piano, “seppur nella totale assenza di coloro che avrebbero dovuto contestare il nostro operato, ed eventualmente proporre modifiche e miglioramenti. E’ vero – ha aggiunto Randazzo – non è il Piano che avevamo in mente, ha subito diverse modifiche, ma è comunque uno strumento che regola la vita della nostra città, che pone limiti laddove per anni si è praticato lo scempio. Non è perfetto, ma va approvato”.

Anche il presidente del Consiglio Gaetano Muscari, prima di cedere la parola all’assessore Silvana Misale ed al sindaco, ha ribadito che “il Psc serve a dare delle regole e serve a garantire delle tutele specifiche in zone di mare, fluviali, boschive. E’ il Piano che disciplina la città e le conferisce ordine”.

 

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