Polistena, rischio eco-idraulico per il torrente Vacale

L'allarme (l'ennesimo) lanciato da Francesco Pisano (PF): "Agire subito obbligo morale"

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Un campanello d’allarme che ciclicamente si attiva con alla base sempre la stessa problematica: la mancata manutenzione di alveo ed argini che si trasformano in vegetazione selvaggia ed aggiuntiva favorendo gli inquinatori seriali che utilizzano il corso della fiumara Vacale come discarica privata ed indifferenziata, causando gravissimi danni all’ecosistema fluviale e all’ambiente circostante, di per sé delicatissimo, in quanto insistono, da sempre, coltivazioni agricole e agrumicole – vera eccellenza del territorio – oltre a numerose abitazioni. Segnalazioni e denunce che si ripetono e si stratificano sulle scrivanie degli enti preposti nella speranza di qualche intervento risolutore che, in vero, stenta ad arrivare e quando arriva si rivela incompleto o parziale. “È urgente che gli enti competenti intervengano immediatamente per evitare disastri intollerabili e dovuti spesso alla sola incuria e alla negligenza manifesta delle istituzioni – ha affermato il consigliere capogruppo di Polistena Futura, Francesco Pisano, parlando proprio delle condizioni del torrente Vacale, nel tratto di competenza comunale -. Non si può più tollerare una totale mancanza di responsabilità che si nasconde dietro la burocrazia e la politica disattenta. Agire subito è un obbligo morale per mettere in sicurezza i cittadini che inconsapevolmente attraversano quella zona ma ancor di più le persone che risiedono nell’area”. Eppure il rischio eco-idraulico è concreto e mitigarlo (poiché azzerarlo è pressoché impossibile) dovrebbe rappresentare una indifferibile necessità per tutti gli attori istituzionali coinvolti (Regione, Città Metropolitana, Comuni e Consorzi di Bonifica) sebbene i fondi a disposizione, in particolar modo dei Comuni, risultino insufficienti per ridurre “il rischio idraulico dei corsi d’acqua correnti all’interno di centri abitati, interessati dalla presenza di vegetazione naturale, arborea ed arbustiva, che di fatto ostacola il normale deflusso delle acque, potendo causare fenomeni di esondazione in caso di superamento dei livelli idrometrici critici lungo i corsi d’acqua interessati” come evidenziato da un apposito bando predisposto nel 2021 dalla Città Metropolitana istituito proprio per supportare gli enti locali che vivono, in prima linea, l’aspetto terminale di una annosa problematica su cui si ritorna, sistematicamente, ad ogni inizio di stagione invernale confidando, sempre troppo generosamente, nella clemenza della natura e nella buona sorte.