Anche quest’anno la locale sezione Gramsci del PCI apre le porte alla Festa del tesseramento a partire dalle ore 18,30 presso la sede di Via Nenni. I comunisti, nell’analizzare il mutato contesto geopolitico, nazionale ed internazionale, che fa da cornice alla manifestazione, hanno voluto focalizzarsi sull’attualità di alcuni temi che, ricorrentemente, alimentano il dibattito politico. “Dopo il Congresso del PD e l’elezione a segretario di Elly Schlein vi è solo l’apparente spostamento verso sinistra dell’asse politico. In realtà non cambia il posizionamento del PD rispetto alle questioni che riguardano NATO ed Europa e, più in generale, quelle sulla guerra in Ucraina dove il continuo invio di armi anche da parte dell’Italia non favorisce la pace. Proprio per tali ragioni occorre che vi sia un fronte popolare e ampio che si batta per la pace contro qualunque tipo di escalation militare e nucleare che potrebbe portare all’autodistruzione dell’umanità” hanno spiegato – parlando del quadro politico nazionale all’indomani della “rivoluzione” che ha portato Schlein alla guida della segreteria dei democratici volgendo lo sguardo alle dinamiche internazionali che vedono il conflitto russo-ucraino al centro delle preoccupazioni delle cancellerie mondiali – soffermandosi anche sulla recente tragedia del mare, avvenuta a Cutro, “costato la vita a decine di migranti che in gran parte sfuggono da scenari di conflitto nei propri paesi”. Per quanto alle tematiche su lavoro, occupazione, servizi sociali, ambiente ed ecologia i comunisti hanno chiarito che “solo una forza realmente antagonista come il PCI può dare nuova linfa e speranza a migliaia di cittadini bisognosi che oggi sono privi di un riferimento politico nelle istituzioni rappresentative”. Infine, per ciò che concerne il posizionamento sul territorio, e a Polistena in particolare, “il PCI è impegnato a dare forza all’Amministrazione Comunale che ad oggi rappresenta un punto avanzato in un momento di grande difficoltà per i comuni del Mezzogiorno, insidiati dal progetto di autonomia differenziata che rischia di amplificare il divario economico e sociale tra Nord e Sud” è stata la riflessione finale.
