Di Anna Pizzimenti – Il nome di Maria Cristina di Savoia è legato a doppio filo alla storia del Regno delle Due Sicilie e al rivoluzionario, ma pacifico, processo di cambiamento e di modernizzazione di cui la Regina fu artefice, diretta e indiretta.
Nei giorni scorsi si è tenuta a Palmi una celebrazione eucaristica promossa dal Convegno locale presieduto dalla professoressa Assunta Carrà Ciappina, sulla figura della Beata, la Reginella Santa, come veniva chiamata dai sudditi la Beata già in vita. Proprio in questi giorni Palmi ha avuto il privilegio di ricevere una reliquia “ex cineribus corporis” della Beata; accompagnata da una pergamena vergata da Fra’ Giovanni Califano, dell’Ordine dei Frati Minori e Postulatore della Causa di Beatificazione di Maria Cristina di Savoia, la preziosa reliquia è stata collocata in un ostensorio ed esposta nel corso della celebrazione eucaristica presieduta da Monsignor Giuseppe Alberti, vescovo della Diocesi di Oppido Mamertina-Palmi.
Durante la solenne funzione, svoltasi nella chiesa di Maria Santissima del Soccorso di Palmi, Monsignor Alberti ha esortato a riflettere su come il tempo dell’Avvento sia tempo di attesa e di speranza di cambiamento, un percorso lungo il quale l’esempio dei Santi e dei Beati è sostegno e rinforzo per la fede individuale e collettiva.
La preziosa reliquia sarà custodita nel reliquiario della Parrocchia del Soccorso, con l’auspicio, formulato dalla Presidente Carrà, che «il testamento spirituale della Beata Maria Cristina, concentrato nelle parole da lei pronunciate in punto di morte, Credo in Dio, amo Dio, spero in Dio, possa essere raccolto da un numero sempre crescente di devoti, che dalla vita esemplare della Reginella Santa traggano ispirazione per il benessere sociale».
Il nome della Beata Maria Cristina di Savoia rischiava di dissolversi con lo scorrere del tempo, a causa anche della sua prematura scomparsa, a soli ventitré anni, dando alla luce il futuro re Francesco II.
È pertanto meritoria l’opera che i convegni di cultura a lei intitolati concretizzano sul territorio nazionale sin dal 1936, quando l’impegno culturale e sociale delle prime fondatrici fece sì che proliferasse nel tempo un associazionismo fondato su un femminismo costruttivo.
La vita esemplare di Maria Cristina si fondava su una fede incrollabile e su opere di misericordia e di carità, che andavano al di là della beneficenza o del mero assistenzialismo, anticipando l’impegno sociale di cui si sostanziano la dottrina sociale della chiesa e il moderno welfare state.
Maria Cristina di Savoia visse da fervente cristiana, incarnando e praticando i valori del cattolicesimo come figlia, moglie, regina al punto da meritare di essere elevata agli onori degli altari da Beata, il 25 gennaio del 2014, con solenne cerimonia nella Basilica di Santa Chiara a Napoli.