Vox populi voleva che a Palmi i candidati a sindaco tornassero otto, e che dopo il dietrofront di Gaetano Topa, l’ottavo candidato fosse l’attuale presidente della US Palmese Pino Carbone, in passato impegnato in politica.
Vox populi, appunto, perché a fare chiarezza ci ha pensato Carbone in persona, che ha convocato una conferenza stampa nel corso della quale ha spiegato e ribadito di non avere alcuna intenzione di scendere in campo in prima persona.
“Il mio interesse è quello di lavorare per la collettività – ha detto Carbone – ma non con un impegno diretto in politica, bensì spendendomi per un gruppo come quello di cui sono alla presidenza. Un gruppo che ha dato una immensa soddisfazione alla città in campo sportivo e che mi gratifica, senza alcun torna conto personale se non l’orgoglio di poter dire che di questo gruppo sono il presidente”.
Chiarisce, dunque, di non aver alcun impegno diretto in politica ma spiega che il suo non è disinteresse per le sorti della città. “Non lo faccio perché non voglio dare adito a qualcuno di pensare che abbia lavorato 5 anni alla guida della Palmese, allo scopo di ottenere una sorta di consenso per candidarmi a sindaco”.
Nel corso dell’incontro con la stampa Carbone ha anche annunciato che al termine della stagione calcistica lascerà la presidenza della Palmese.
Pino Carbone aggiunge poi che al momento, secondo il suo parere “non c’è alcun candidato che reputo davvero valido, capace di ridare vita alla città. Per fare il sindaco serve spregiudicatezza, che non significa operare nella illegalità, ma capacità di portare avanti le proprie idee con forza e convinzione, sapendo arginare gli ostacoli”.
Ha però qualche idea per la città: puntare sul turismo, sull’economia locale, lavorare seguendo quanto stabilita dal Piano Strutturale approvato.
“Non è una follia pensare e dire che, ad esempio, il mercato andrebbe spostato in centro, magari proprio in piazza I Maggio – ha aggiunto Carbone – Un paese vive grazie a forme di economia varie, ed allora in nuovo sindaco dovrebbe iniziare a pensare che, ad esempio, il centro cittadino potrebbe ritrovare vita se la domenica si da la possibilità ai venditori ambulanti di venire a vendere nei mercatini domenicali, o ancora organizzando una fiera campionaria annuale, dando alla Varia il giusto riconoscimento che merita e trovando fonti di finanziamento da enti sovraordinati, o da privati”.