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Omicidio Giuseppe Priolo, al via il processo ai fratelli Rottura

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Giuseppe Priolo
Giuseppe Priolo

PALMI – Prima udienza quest’oggi del processo ordinario a carico dei due fratelli Antonino e Santo Vincenzo Rottura, accusati dell’omicidio di Giuseppe Perri, avvenuto a Gioia Tauro la mattina del 26 febbraio del 2012.

La presidente della Corte d’Assise Silvia Capone (a latere Caterina De Liguori) ha accolto la richiesta del pubblico ministero Francesco Ponzetta, ammettendo al processo la sentenza pronunciata dal gup De Gregorio a carico di  Giuseppe Brandimarte, Antonio Brandimarte, Vincenzo Brandimarte, Davide Gentile, Giovanni Priolo e Giuseppe Forgione lo scorso 14 aprile, così come il ricorso verso quella sentenza, presentato dal pm Giulia Pantano.

Saranno ammesse al processo anche le intercettazioni telefoniche ed ambientali raccolte in fase di indagine, il verbale di perquisizione redatto in occasione della cattura di Vincenzo Perri, la prova balistica ed i residui di polvere da sparo del tentato omicidio di Giuseppe Brandimarte e l’ordinanza di custodia cautelare emessa nell’ambito dell’operazione “La svolta”. Il giudice ha anche accolto le richieste delle difese, ammettendo la lista dei testimoni, l’esame degli imputati e le prove video.

L’omicidio di Giuseppe Priolo, avvenuto il 26 febbraio del 2012 a Gioia Tauro, rientrerebbe secondo gli inquirenti nella faida tra le famiglie Brandimarte e Priolo, riaccesasi dopo l’uccisione di Vincenzo Priolo per la quale è stato condannato Vincenzo Perri, imparentato con i Brandimarte e a lungo latitante. Per la morte di Giuseppe Priolo ed il tentato omicidio di Giuseppe Brandimarte la Procura di Palmi ha indagato su otto persone, le sei assolte in abbreviato ed i due fratello Rottura da ieri a processo; un primo colpo di scena sul caso lo si è avuto il 7 febbraio scorso, quando la prima sezione penale della Corte di Cassazione ha disposto l’annullamento dell’ordinanza di custodia in carcere per quattro delle cinque persone accusate dell’omicidio di Giuseppe Priolo.

L’ordinanza «è stata annullata per palesi vizi di motivazione in favore di Giuseppe e Vincenzo Brandimarte, Davide Gentile e Santo Vincenzo Rottura». La stessa sezione della Corte Suprema il 14 gennaio aveva già annullato il provvedimento in favore di Antonio Brandimarte. Ad aprile le tre udienze del rito abbreviato e la sentenza, che ha assolto sei imputati – cinque per insufficienza di prove – motivando contestualmente la sentenza. Alla base delle assoluzioni c’è stato, per De Gregorio, un «metodo ricostruttivo vietato non soltanto dalla legge processuale, ma anche dai principi della logica» , un clamoroso buco nell’acqua per la Procura, che è corsa ai ripari proponendo immediatamente appello. Intanto è iniziato il processo ordinario, dopo il rinvio a giudizio disposto dal gup Giulio De Gregorio per i fratelli Rottura di Rizziconi. La prossima udienza è fissata per il 6 ottobre prossimo in aula bunker a Palmi, quando saranno ascoltati i primi 8 testi dell’accusa.

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