All’esito dell’udienza dello scorso 6 giugno, il Tribunale di Palmi, in composizione collegiale (Pres. Jacinto, a latere Dimartino e Volpe) ha emesso la sentenza nell’ambito del processo convenzionalmente denominato “Libera Fortezza”.
L’ipotesi accusatoria, integrata da uno stralcio del processo “Faust”, aveva trovato sfogo nel giugno del 2020 con l’esecuzione di numerose misure cautelari nei confronti di indagati ritenuti appartenenti o contigui alla cosca di ‘ndrangheta “Longo-Versace” di Polistena e responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione di tipo mafioso, usura, estorsione, riciclaggio, esercizio attività finanziaria abusiva, detenzione illegali di armi, tutti aggravati dalla finalità e dal metodo mafioso.
È già stato reso noto che il Tribunale di Palmi ha escluso l’appartenenza degli imputati alla ipotizzata cosca di ‘ndrangheta, riqualificando per talune posizioni l’associazione mafiosa in associazione a delinquere semplice, escludendo le aggravanti contestate e dichiarando insussistenti o prescritte numerose contestazioni.
Tra gli assolti anche Francesco Cutano, detto Franco, difeso dagli avvocati Rosanna Certo del Foro di Palmi e Luca Cianferoni del Foro di Roma, con la fattiva collaborazione dell’avvocato Annamaria Calderazzo del Foro di Palmi, che è stato immediatamente scarcerato.
Per l’uomo, accusato di essere il mastro di giornata della presunta locale di Polistena, era stata chiesta la condanna ad anni 17 di reclusione.
L’avvocato Cianferoni ha dichiarato a margine: “la sentenza Libera Fortezza in generale e la posizione personale del signor Francesco Cutano in particolare, rappresentano l’applicazione più attuale dei principi espressi dalle Sezioni Unite cosiddette Modaffari, in punto di concreta offensività della condotta, anche in termini di attualità. Si tratta, dunque, di una statuizione di estrema rilevanza giuridica che crea un importante precedente”.