Riceviamo e pubblichiamo:

La chiusura del carcere di Laureana rappresenta, indubbiamente, una nuova e triste pagina che la Calabria non meritava e che tutti, indistintamente dalle appartenenze politiche, dovremmo sforzarci a cambiare e riscrivere.
Su questo delicatissimo argomento urge proseguire, con maggiore incisività, un confronto serio e razionale, che esuli dai soliti atteggiamenti di natura squisitamente campanilista, atteso che il penitenziario in questione è centro di eccellenza, riconosciuto anche dai vari governi che si sono succeduti alla guida del Paese e dagli ultimi ministri della giustizia, i quali personalmente, recandosi al suo interno, ne hanno potuto cogliere l’efficienza e la funzionalità.
Per quanto mi riguarda, ho già provveduto ad attivarmi allo scopo di rendere partecipe della vicenda e della sua evoluzione i nostri rappresentanti in parlamento, su tutti il vice presidente della commissione bilancio della Camera dei deputati, Roberto Occhiuto. Credo sia comunque un diritto e cosa oltremodo giusta, a questo punto, comprendere i criteri adottati ed i metri di giudizio che hanno portato ad una decisione di questa portata.
Quel che ad ogni modo pare evidente è che la motivazione concernente la necessità di trasferimento del personale in altre strutture ci sembra al quanto singolare e non esaustiva. Resta il fatto che in una regione con gravi handicap strutturali e di sviluppo come la Calabria, non possono essere penalizzate quelle poche eccellenze presenti sul territorio: non sarebbe un bel messaggio.
Proprio per questo è auspicabile ed utile una presa di posizione unanime e tangibile, che riporti gli organi competenti sui propri passi, evitando scelte affrettate e che rischiano di passare come penalizzanti ed ingiuste.