Cinque ergastoli e quasi cento anni di carcere. Queste le richieste sulle quali si troverà a decidere la Corte d’assise di Palmi (presieduta da Silvia Capone) che pomeriggio è entrata in camera di consiglio per giudicare la posizione dei 10 imputati alla sbarra nel processo “Erinni”.
L’operazione della Dda di Reggio Calabria, portata a termine nel 2013, ha decapitato le cosche Mazzagatti-Polimeni-Bonarrigo e Ferraro-Raccosta, attive ad Oppido Mamertina, all’epoca dei fatti impegnate da circa un anno in una cruenta faida. La notizia dell’arresto nel piccolo centro agricolo della Piana di Gioia Tauro aveva avuto una vasta eco, soprattutto per le intercettazioni di uno degli imputati, Simone Pepe.
Il giovane romano fu intercettato mentre raccontava a un amico i fatti di sangue a cui avrebbe partecipato, spiegando nei particolari come erano stati rapiti, uccisi e dati in pasto ai maiali i due esponenti del clan rivale Francesco Raccosta e Carmine Putrino. Secondo il racconto di Pepe, fortemente contestato dalle difese e dipinto come un «millantatore» e un abituale «consumatore di droga», Raccosta e Putrino, che erano cognati, furono fatti sparire il 13 marzo del 2012 ad Oppido Mamertina e, secondo quanto è emerso dalle indagini, sarebbero stati uccisi lo stesso giorno. Raccosta sarebbe stato massacrato a sprangate e poi dato in pasto ai maiali mentre era ancora vivo.
Gli imputati nel processo e per i quali il pm Giulia Pantano ha chiesto l’ergastolo sono Rocco Mazzagatti, Domenico Scarfone, Simone Pepe, Pasquale Rustico e Giuseppe Ferraro; 28 anni di carcere sono stati chiesti Domenico Polimeni, 19 e otto mesi per Valerio Pepe, 15 anni per Rocco Alessandro Ruffa e 6 anni sono stati richiesti per Silvana Attenni. Gli imputati sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa, omicidio, duplice omicidio, sequestro di persona, riciclaggio, intestazione fittizia di beni, detenzione illegale di armi, procurata inosservanza di pena, reati questi aggravati dalle modalità mafiose, nonché detenzione e vendita di sostanze stupefacenti.
Il collegio difensivo è rappresentato dagli avvocati Veneto, D’Ascola, D’Acurto, Siclari, Infantino, Staiano, Contestabile, Monaco, Freno, Manna, Pignataro e Giunta.
Francesco Altomonte