No all’applicazione del decreto sicurezza sui migranti. Lo gridano da giorni i sindaci dei Comuni di buona parte d’Italia, insieme ai Presidenti di Regione, nel tentativo di boicottare il provvedimento che prevede, tra l’altro, nuove disposizioni in materia di concessione dell’asilo ai richiedenti.
«E a Palmi, cosa succede?», si domanda Pino Ippolito, consigliere di opposizione e presidente del Circolo “Armino”, che nel corso dell’ultima seduta di consiglio comunale ha visto respinta la mozione volta a indirizzare al presidente della Camera Roberto Fico, la preoccupazione della città sul delicato tema.
«A Palermo il sindaco Leoluca Orlando, seguito a ruota da Giuseppe Falcomatà a Reggio, ha deciso di sospendere l’applicazione del cosiddetto Decreto Sicurezza – si legge in una nota stampa diramata dal Circolo – A Napoli il sindaco Luigi De Magistris e a Bari Antonio Decaro, presidente dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, dettano la linea della disubbidienza, e il governatore della Calabria, Mario Oliverio, ha deciso di associarsi alle altre regioni italiane che hanno chiesto alla Corte Costituzionale di annullare le norme volute da Matteo Salvini con l’approvazione dei pentastellati».
È perlopiù il Sud Italia a mostrare disobbedienza nei confronti del provvedimento tanto criticato, in particolare i Comuni e le Regioni guidate dal Pd.
A Palmi succede però che l’amministrazione comunale, vicina sì al Partito Democratico ed al centrosinistra, ma dichiaratamente lontana dalle logiche di partito, non solo non si sia spontaneamente dichiarata contraria all’applicazione del decreto, accodandosi ai sindaci ed ai presidenti di Regione insorti, ma abbia respinto una mozione proposta dalla minoranza, che andava proprio nella direzione di dar vita ad una protesta.
«Non un sussulto da parte del sindaco o un distinguo da parte del presidente del consiglio e neppure un astenuto fra i consiglieri di maggioranza – si legge ancora nella nota stampa del Circolo “Armino” – Solo la cieca, supina approvazione della linea dettata dal “caro Matteo”».
“Caro Matteo” è l’incipit della lettera che il sindaco Giuseppe Ranuccio ha indirizzato al titolare del Viminale, in visita a Palmi la scorsa estate per la consegna alla Polizia di Stato della villa confiscata alla famiglia Gallico.
«Se l’amministrazione comunale di Palmi si dissocia così compattamente e così palesemente dalle posizioni assunte su un tema così delicato dal sindaco della città metropolitana e dal governatore della Calabria, è lecito allora chiedersi: ma di che colore politico è? Una riposta la si dovrebbe dare, almeno per chiarezza e per rispetto dei cittadini elettori», conclude la nota.