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“Cosa mia”, emessa la sentenza di primo grado: cinque ergastoli. Condannato a 3 anni il padre del vicesindaco di Palmi

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PALMI – Quarantadue persone sono state condannate e altre 4 sono state assolte al termine del processo “Cosa mia” sulle infiltrazioni nei lavori della A3 da parte delle cosche della ‘ndrangheta Gallico-Bruzzise-Morgante e Sciglitano.

La massima pena è stata inflitta a Domenico Gallico, Giuseppe Gallico, Salvatore Morgante, Carmine Demetrio Santaiti, ma anche a Lucia Giuseppa Morgante, la settantenne che dal carcere portava all’esterno gli ordini di morte durante la faida tra i Gallico ed i Bruzzise, che tra il 1980 ed il 1988 ha portato alla morte di 52 persone.

Delitti che i pm Di Palma e Musarò sono in larga parte riusciti a ricostruire nei lunghi anni di indagine sui clan di Palmi e Seminara, confluiti poi nell’inchiesta “Cosa mia”, che ha cristallizzato in una monumentale richiesta di misura cautelare, quindi in un altrettanto impegnativo procedimento, le attività tanto imprenditoriali come meramente criminali delle ndrine Gallico-Morgante-Sgrò-Sciglitano di Palmi, e i Bruzzise-Parrello del “locale” di Barritteri e Seminara. Una fotografia fedele, che ha inchiodato capi e gregari dei clan, condannati oggi a pene pesantissime

Condanna a 25 anni in carcere per Giuseppe Bruzzise, mentre a Teresa Gallico la Corte ha inflitto una condanna a 22 anni e 9 mesi di reclusione. Rocco Gallico dovrà invece scontare 21 anni di reclusione da scontare, mentre Carmelo Bruzzise 20.

Condannato anche  Antonino Gallico a 19 anni e 6 mesi di carcere, Filippo Morgante a 18 anni e 6 mesi e  Antonino Ciappina, che dietro le sbarre ci dovrà passare 18 anni.

Diciassette anni di reclusione sono stati inflitti a  Domenico Sciglitano,  16 ad Antonio Bruzzise, 15 a Carmelo Sciglitano, 14 anni e 9 mesi a Francesco Cutrì, mentre sei mesi in meno dietro le sbarre dovrà passare  Maria Carmela Surace, condannata  a 14 anni e 3 mesi. Comminate condanne a 14 anni  a Vincenzo Bruzzise e Matteo Gramuglia, mentre per Antonio Costantino il Tribunale ha disposto una condanna a 13 anni e 6 mesi. È di 12 anni e 9 mesi, la pena inflitta invece a Carmine Gaglioti, mentre sono 12 gli anni di carcere che dovranno scontare Mariangela Gaglioti, Vincenzo Sciglitano  e Antonino Costa.

Rimediano 10 anni di carcere  Diego Rao e Alfredo Morabito, mentre è una pena a 9 anni di carcere che dovranno scontare  Vincenza Surace, Giovanni Bruzzise, Vincenzo Oliverio e Carmela Carbone. È infine di 7 anni e sei mesi la pena inflitta a Vincenzo Cambareri, sei mesi in meno dietro le sbarre dovranno passare Elena e fortunata Bruzzise, mentre per Pasquale Galimi e Roberto Caratozzolo, la Corte ha disposto una condanna rispettivamente  a 5 anni e 6 mesi e a 5 anni.

Pene minori vanno a Giuseppe Papasergi, condannato  a 3 anni e 6 mesi, a Fortunato Princi, Antonino Giovanni Campagna, Vincenzo Campagna e Maria Ditto, tutti sanzionati con una pena a due anni di reclusione.

Tra i condannati c’è anche Pasquale Mattiani, padre del vicesindaco Pdl di Palmi Giuseppe Mattiani. Per lui la condanna è a tre anni.

Solo quattro le assoluzioni, Vincenzo Gramuglia, Rocco Salvatore Gaglioti, Antonio Cilona e Vincenzo Galimi, contro le quali i pm potrebbero proporre appello.

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