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Caso Fondazione Varia: «La nostra testata scrive sulla base di documenti che sono pubblici»

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Stamattina questa testata ha pubblicato un articolo dal titolo “Palmi, sui social si rompe il silenzio della Fondazione Varia”, riportando quanto accaduto nelle ultime settimane, durante le quali alcune persone che hanno prestato servizi nell’ambito delle attività organizzate a sostegno della festa, la scorsa estate, hanno denunciato il mancato pagamento delle somme pattuite con la Fondazione, ma ancor di più la mancanza di comunicazione con la stessa che non avrebbe risposto a mail e telefonate di sollecito o richiesta chiarimenti.

Mentre siamo in attesa dell’arrivo della richiesta di rettifica da parte della Fondazione, che non può di certo avvenire attraverso un commento fatto a un post su Facebook, ci preme chiarire alcuni aspetti relativi alla vicenda.

L’articolo racconta ciò che da qualche settimana altri hanno denunciato, vale a dire il mancato pagamento delle spettanze da parte della Fondazione per attività svolte durante l’estate 2023, con eventi a sostegno della festa della Varia.

Per affermare quanto scritto, la testata si è informata e con documenti alla mano può dimostrare che non si affida alle chiacchiere di paese per scrivere. Non era e non è intenzione della testata denigrare o diffamare alcuno ma crediamo di aver esercitato il diritto di cronaca, ponendoci e ponendo degli interrogativi riguardo alle modalità con cui la Fondazione ha speso i soldi di privati e di due enti pubblici, Città metropolitana e Regione.

E proprio perché una parte dei soldi con cui la festa è stata organizzata è pubblica, è ancora più importante porle queste domande: non ci stancheremo mai di ribadire che quando si opera con denaro pubblico bisogna essere trasparenti ma anche apparire tali, motivo per il quale un giornalista ha diritto di chiedere come il denaro pubblico è stato speso. Così come ha tutto il diritto di riflettere sulla bontà di una scelta, nel caso specifico quella di affidare a una Fondazione l’organizzazione di una festa.

I due finanziamenti pubblici di cui la festa della Varia ha goduto sono giunti, come già detto, dalla Città metropolitana di Reggio Calabria e dalla Regione Calabria; nello specifico, l’ente reggino ha stanziato 100mila euro mentre la Regione ne ha stanziati 70mila, frutto di una legge regionale proposta dal consigliere Giuseppe Mattiani che istituzionalizza la festa della Varia.

Il Comune ha ottenuto da tempo i soldi stanziati dalla Città metropolitana perché già l’1 e il 21 agosto 2023 ha pagato le fatture emesse per i concerti dei Coma Cose (33mila euro) e di Loredana Bertè (66mila euro), a cui si sommano 4mila euro circa di SIAE per un totale di 103mila euro.

Il finanziamento della Regione, stanziato tramite decreto del 26 agosto 2023 e consistente in 70mila euro, può essere erogato solo a seguito di richiesta di rimborso da parte del Comune di Palmi, che deve presentare la documentazione che attesti l’avvenuto pagamento delle spese. Una volta presentato il rendiconto delle spese, la Regione può procedere a liquidare il Comune, il quale poi verserà le somme nelle casse della Fondazione.

Le spese devono quindi essere prima sostenute dalla Fondazione la quale, successivamente, e tramite opportuna documentazione, deve rendicontarle.

A oggi il Comune ha presentato una richiesta di rendicontazione di poco meno di 60mila euro su 70mila concessi dalla Regione. Il 16 gennaio la Regione ha provveduto a liquidare la somma di 28mila euro al Comune a titolo di acconto del 40%, somma che il Comune ha liquidato alla Fondazione il 9 febbraio scorso.

La rimanente parte del finanziamento della Regione (circa 32mila euro) servirà a pagare le spese che il Comune ha già rendicontato e tra queste non sono inseriti i pagamenti delle luminarie né dei cantanti, che dovranno essere pagati con altre risorse, ad esempio i soldi provenienti dai privati che hanno sostenuto la festa, o con altre risorse che non possono essere quelle della Regione.

Il nostro è un lavoro che si basa su documenti pubblici e non sulle chiacchiere da social. Ribadiamo la nostra assoluta libertà di manifestare il diritto di cronaca nel rispetto delle persone coinvolte, senza voler ledere nessuno e senza farci intimorire da annunciate intenzioni di querele.

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