Probabilmente credevano di essere sfuggiti alla giustizia italiana volando in Sudamerica dopo che a fine maggio si erano sottratti alla cattura; invece sono stati rintracciati e arrestati in Paraguay.
Si tratta di due narcotrafficanti italiani di 22 e 26 anni, cugini e originari di Reggio Calabria, ritenuti appartenenti a una associazione a delinquere dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti.
Il loro arresto è avvenuto nell’ambito dell’indagine della Guardia di Finanza denominata “Aspromonte emiliano”, coordinata dalla Dda di Bologna e dalla Procura Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, ed eseguita dal Gico del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Bologna.
Le indagini, durate oltre due anni, a fine maggio avevano portato a 42 misure cautelari e al sequestro di 43 chili di cocaina e 44 chili di hashish, ma anche di quasi diecimila prodotti contraffatti, oltre a 900mila euro in contanti.
I due cugini, che lo scorso 30 maggio erano riusciti a sottrarsi all’esecuzione della misura di custodia cautelare in carcere nei loro confronti, rendendosi irreperibili, sono stati rintracciati in Paraguay e arrestati con un mandato di arresto europeo, successivamente internazionalizzato.
Dagli accertamenti – spiega la Finanza – è emerso come i due rivestissero un ruolo di assoluta rilevanza nell’organizzazione, e fossero contigui a una pericolosa cosca di ‘ndrangheta e uomini di fiducia del principale promotore dell’associazione, da cui avevano ereditato una vasta rete di contatti nel mondo del narcotraffico internazionale.
Grazie allo scambio informativo con il Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia e, in particolare, con l’unità del progetto I-CAN (Interpol Cooperation Against `Ndrangheta), i fuggitivi sono stati individuati e arrestati dalla polizia paraguaiana, unitamente ad altri due soggetti (un brasiliano e un paraguaiano).
Espulsi dal Paese sudamericano, sono stati portati a Madrid lo scorso 15 luglio e, grazie a un procedimento di estradizione definito in tempi brevissimi, a metà agosto sono stati rimpatriati in Italia.

