GIOIA TAURO Ritorna sulla questione sanitaria calabrese Vincenzo Frangella, delegato alla sanità dal comune di Gioia Tauro e lo fa, facendo riferimento a due incidenti stradali che si sono verificati ieri a Gioia Tauro e a Palmi, in spazi temporali fortunatamente diversi.
Nello scontro avvenuto a Palmi, le due persone coinvolte sono state trasportate all’ospedale gioiese, uno in ambulanza, l’altro con mezzi privati.
Per il più grave dei due si è resa necessaria una Tac per escludere eventuali lesioni interne. E’ stato quindi trasportato al nosocomio di Palmi, che però era chiuso e riportato all’ospedale di Gioia.
Nell’incidente avvenuto dopo poco su Viale Italia, a Gioia Tauro, un ragazzo a bordo del suo scooter si è scontrato con un’auto, ha riportato gravi lesioni ad un arto ed è stato soccorso dall’ambulanza rientrata da poco.
Da qui nasce la considerazione di Frangella.
«Ci domandiamo, dopo tante rilevazioni fatte da questa Amministrazione agli Organi Competenti: – si legge sul comunicato – se i due incidenti si fossero accavallati temporalmente con lesioni ancor più gravi, ed il giudice fosse stata la tempestività di intervento, chi avrebbe potuto giustificare per esiti infausti la perdita del tempo e le conseguenze?»
Ed ancora: «Ma quale rimorso avrebbe assalito l’eventuale responsabile morale?»
«Pur comprendendo le difficoltà in cui versa la gestione sanitaria della nostra regione, che è atavica, non riusciamo a comprendere, al contrario cosa si aspetta a rendere operativo per il minimo indispensabile un centro di accoglienza di urgenze, degno di tale appellativo per ridurre il rischio di vita o morte. Mentre la dottoressa Squillacioti decide di chiudere l’ospedale di Gioia Tauro, – conclude Frangella – primo presidio di immediato riferimento per la polveriera infortunistica del porto, delle aree industriali dove , oltre all’ordinario ruota un esercito di lavoratori ad alto rischio, ci auguriamo che,in attesa del nuovo o unico Ospedale della Piana, qualcuno ci dia delle risposte tangibili, perché le patologie e le urgenze, siamo sicuri, non aspettano né aspetteranno l’inaugurazione».
Eva Saltalamacchia