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Rosarno: Inaugurata la nuova Guardia Medica

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Taglio del nastro: Tripodi e Squillacioti

ROSARNO – Alle 10:30 di stamattina, in presenza del direttore generale dell’Asp, Rosanna Squillacioti, accompagnata da Francesco Cananzi, capogruppo Pdl al Consiglio Provinciale, Francesco Sarica e Giuseppe Putortì, dello staff dirigenziale dell’Asp, è stato inaugurato, a Rosarno, il nuovo ambulatorio della Guardia Medica, collocato all’interno dei locali di piazza “Paolo Orsi” (ex mattatoio), situata al centro del rione “Pian delle Vigne”.

Nel settembre 2010, i locali della Guardia Medica, a causa di importanti infiltrazioni d’acqua che ne ostacolavano la regolare funzione, furono fatti «provvisoriamente» trasferire, dal commissario prefettizio Bagnato, presso la sede di via “Convento”, in una struttura comunale piena di barriere architettoniche che impedivano, di fatto, il regolare accesso alle cure sia ai disabili che ai cittadini colpiti da gravi malori.

La questione fu anche al centro di un botta e risposta tra il sindaco Tripodi ed una parte di minoranza, che, a luglio 2011, decretò, con un esposto indirizzato alla Procura della Repubblica, all’Asp di Palmi, alla Tenenza dei Carabinieri, al Comando dei vigili Urbani ed al sindaco del comune di Rosarno, che i locali fossero «poco idonei e soggetti a problemi di natura igienico-sanitaria».

Fu lo stesso primo cittadino a spiegare, durante una conferenza stampa, di aver inoltrato da tempo regolare richiesta all’Asp «affinchè si potesse usufruire dei locali dell’ex mattatoio, auspicando, in alternativa, di poter avere il permesso di intervenire, a spese del comune, per il risanamento dei locali dell’Inam, non agibili a causa della mancata manutenzione (durante gli anni) da parte della stessa azienda sanitaria».

Tra le due alternative, i dirigenti sanitari hanno preferito la prima. I locali di “Pian delle Vigne” sono stati infatti attrezzati con fondi comunali e, da oggi, pronti per l’utilizzo. «Quella di oggi  – ha affermato la Squillacioti – è la prova palese che intraprendendo i giusti percorsi di collaborazione, le criticità sono facilmente superabili.  Quella avviata con il primo cittadino di Rosarno è una cooperazione che non si fermerà qui».

La dirigente generale dell’Asp, incalzata dalla stampa riguardo alle sorti dell’ospedale cittadino, mai entrato in funzione, ha spiegato che «tale struttura ospedaliera,  non essendo mai entrata in funzione, non è riconvertibile né è dato sapere, ad oggi, cosa se ne farà nell’immediato futuro. Una cosa è certa – ha proseguito la donna – qualora arrivassero dei fondi spendibili ci si dovrebbe ragionare assieme, onde evitare di creare altre cattedrali nel deserto».

Tripodi, Cananzi, Putortì, Squillacioti, Sarica

La Squillacioti ha fatto riferimento anche all’ospedale unico della Piana: «in una delibera emanata nei giorni scorsi abbiamo dato incarico al notaio di redigere l’atto del passaggio di proprietà del terreno dalla provincia all’Asp, questo è un fatto concreto che va al di la delle polemiche e degli sterili campanilismi. Stiamo semplicemente proseguendo su un percorso ereditato dalla giunta Loiero».

Molto soddisfatta Elisabetta Tripodi: «il nostro obiettivo era tutelare il diritto alla salute dei cittadini,  facendo squadra con l’Asp abbiamo raggiunto il traguardo. Abbiamo messo a disposizione, modificandoli a spese nostre, i locali che erano stati destinati al centro vaccinale, ritenendo più impellente dare una struttura idonea alla guardia medica».

Incalzata dalla stampa il sindaco ha  spiegato che «il tema dell’ ospedale rosarnese è spesso supportato da idee senza fondamento sia per la grave crisi, da tutti conosciuta, in cui versa l’Asp sia per il fatto che il presidio, mai aperto, versa in una condizione di assoluto degrado da almeno 45 anni e quindi vi è una oggettiva difficoltà operativa da parte del comune di poter affrontare i costi di una  struttura che anche se ci dovesse essere data in concessione sarebbe impossibile per noi gestire e riconvertire. Avendo deciso di puntare sulla concretezza abbiamo evitato di alimentare false speranze, se in futuro ci sarà la possibilità di utilizzare una parte dell’ospedale che ben venga».

Francesco Comandè

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