«Torna il buio all’orizzonte dello scalo che funge da traino della economia calabrese, – dichiara Antonio Pronestì segretario nazionale del SUL – È come se non ci fosse pace, nessuno ha ancora dimenticato gli anni di sacrifici da parte dei lavoratori e il grande impegno e dispendio di energie di tutte le parti in causa istituzionali e sociali. Oggi, mentre ancora si lavora per stabilizzare il livello dei volumi frutto del rilancio voluto fortemente anche dal Governo Nazionale, nella grande dormita dei politici calabresi, liguri, toscani, friulani sulle possibili ricadute negative nelle proprie regioni, assistiamo all’ennesimo autogol che potrebbe segnare l’inizio della fine e non solo per le famiglie dei portuali».
«L’introduzione della nuova tassa Europea contro l’inquinamento, da applicare alle navi che arrivano nei porti europei produrrà effetti gravi sul sistema portuale italiano ed in particolare negli Hub di transhipment come Gioia Tauro – aggiunge Daniele Caratozzolo segretario nazionale del SUL Porti – perché le navi che in prevalenza provengono dall’Est, per evitare il pagamento della tassa, preferiranno fermarsi in porti extra europei, in cui non è previsto alcun pagamento di tasse. Pur condividendo l’obbiettivo di ridurre le emissioni inquinanti, possiamo affermare che la norma europea “Fit for 55 – Pronti per il 55%” paradossalmente rischia di produrre maggiore inquinamento per le rotte che gli armatori, per non essere tassati, sarebbero disposti a modificare ed allungare per raggiungere i porti extra europei».
«Se non si interverrà per bloccare o modificare la direttiva ETS – continua Enzo Malvaso segretario del Coordinamento Portuali Sul di Gioia Tauro – ci potrebbero essere conseguenze economiche disastrose, tra riduzione delle attività portuali e il conseguente blocco degli indotti che andrebbero ad impattare sull’intera comunità calabrese e i lavoratori di Gioia Tauro che hanno già conosciuto cosa significa la parola crisi con la riduzione dei traffici a causa di scelte sbagliate e conseguenti anni di cassa integrazione culminati con 384 licenziamenti».
«Abbiamo lottato contro quelle scelte, ed ora che dopo tanti sacrifici, siamo in una fase espansiva vogliamo guardare al futuro pensando al miglioramento continuo degli standard lavorativi ed alla crescita occupazionale, se ce ne fosse la necessita non esiteremo a mobilitare i lavoratori. In questi giorni abbiamo visto una mobilitazione a 360 gradi e trasversale a favore della modifica di questa norma, chiediamo ai politici calabresi di non fermarsi ai comunicati stampa e di intervenire in maniera decisa presso le delegazioni nazionali ed europee per scongiurare il pericolo. La transazione ecologica si deve fare, ma gli oneri non possono ricadere sulle spalle dei lavoratori e delle loro famiglie, sarà la stessa Europa che per iniziare potrebbe pensare all’elettrificazione delle banchine dei porti italiani, un investimento che contribuirebbe fattivamente all’abbattimento dell’inquinamento. Siamo pronti a riprendere la lotta se sarà necessario».