In una città come Palmi, dove ogni intervento urbanistico si intreccia con la vita quotidiana di residenti, commercianti e fedeli, anche una semplice riga bianca tracciata sull’asfalto può diventare oggetto di dibattito. È quanto sta accadendo attorno ai nuovi stalli di sosta realizzati su via Santa Teresa del Bambin Gesù, alcuni dei quali ricadono parzialmente sul marciapiede.
La fotografia degli stalli ha fatto il giro dei social, accompagnata da commenti critici e interrogativi sulla legittimità e sull’opportunità della scelta. Da un lato, c’è chi teme per la sicurezza dei pedoni e per l’accessibilità di una strada che ospita supermercati, abitazioni e la Chiesa del Carmine. Dall’altro, c’è chi riconosce la necessità di regolamentare una sosta che, fino a ieri, era spesso selvaggia e fonte di sanzioni.
In mezzo, come spesso accade, c’è la Polizia Locale. Il comandante ha risposto con fermezza e chiarezza, ricordando che il compito di un organo di polizia non è valutare l’estetica, ma la legittimità e la funzionalità di un provvedimento. E sotto questo profilo, gli stalli rispettano le norme: il Codice della Strada consente la sosta sui marciapiedi in presenza di segnaletica orizzontale e a condizione che resti uno spazio minimo di 90 cm per il passaggio di una sedia a rotelle. Requisito che, secondo quanto dichiarato, è stato rispettato.
Ma al di là della norma, resta il clima. Un clima che si è fatto teso, quasi avvelenato, come se ogni scelta amministrativa dovesse essere letta in chiave elettorale o ideologica. Eppure, la regolamentazione della sosta dovrebbe essere terreno di confronto, non di scontro. Un tema che riguarda tutti: chi parcheggia, chi cammina, chi lavora, chi prega.
L’auspicio, espresso anche dal comandante, è che si torni a discutere con pacatezza, con rispetto delle idee e dei ruoli. Che si possa parlare di mobilità, di accessibilità, di decoro urbano, senza trasformare ogni segnaletica in un campo di battaglia. Perché Palmi merita una politica urbana che unisca, non che divida. E perché, in fondo, anche una riga bianca può tracciare il confine tra polemica e civiltà.



