PALMI – Ancora una volta il Pd ha voluto sfidare la piazza, organizzando un’assemblea pubblica all’aperto, in villa Mazzini. Tema caldo e attuale quello proposto dal segretario del circolo di Palmi, Mimmo Solano: il Psc approvato il 31 luglio in Consiglio comunale.
Soddisfatto, il segretario ha detto che «il Pd è da sempre favorevole all’adozione di uno strumento urbanistico che sia rispondente alle esigenze ed alle prospettive di crescita della città. Ma la proposta approvata è assolutamente inadeguata allo scopo. La procedura scelta dall’amministrazione – ha aggiunto Solano – è stata sostanzialmente volta a comprimere e limitare gli spazi di partecipazione, hanno confezionato un uovo di Pasqua su scelte politiche incomprensibili e contenete un’amara e deludente sorpresa». Per Solano il Consiglio comunale del 31 luglio è stato «pietoso è verrà ricordato come una delle pagine nere della storia cittadina. Il più importante strumento di programmazione e di sviluppo del territorio – ha concluso – è stato presentato, discusso ed approvato in un paio di orette scarne. Non c’è stato alcun intervento di merito – né a sostegno, né di critica, né di proposta – nessuna domanda o chiarimento tecnico richiesto ai progettisti intervenuti; sembrava un teatro delle marionette in cui assessori e consiglieri di maggioranza si alternavano in commenti entusiastici di gloria al sindaco, ma di sostanza manco a parlarne».
È intervenuto Mimmo Gangemi, ingegnere scrittore, il quale ha preliminarmente stigmatizzato le espressioni polemiche assunte dal sindaco nei giorni; merito al Psc Gangemi ha evidenziato la «mancanza di una visione d’insieme del territorio, la mancanza un chiaro messaggio su come questa città vuole crescere. Sembra uno strumento volto più alla lettura dell’esistente che non alla programmazione dello sviluppo futuro». A seguire l’intervento di Pino Ippolito, coordinatore del circolo “Armino”, il quale ha denunciato a chiare lettere che la relazione allegata al Psc è frutto di un «grossolano scopiazzamento dalle relazioni inerenti ai comuni di Pinerolo, Grosseto e Parghelia; finanche i richiami normativi sono malamente scopiazzati tanto che in essi si rileva un improprio richiamo ad una legge della regione Toscana. Questo Psc – ha terminato Pino Ippolito – è inemendabile e va rigettato; con quest’approvazione l’Amministrazione cittadina ha dato prova di essere assolutamente inadeguata ad amministrare Palmi e va mandata a casa».
Ha quindi preso la parola Nicola Minasi il quale ha denunciato con forza le carenze nell’iter d’approvazione del Psc, soprattutto in merito al «mancato coinvolgimento della cittadinanza nelle sue molteplici espressioni e perfino al tardivo coinvolgimento degli stessi Consiglieri comunali. Credo sia necessario un intervento del Prefetto per scongiurare il grave pericolo di rendere operativo un Psc partorito da un nucleo ristretto con la politica dell’uovo di pasqua, dal contenuto evidente soltanto a giochi fatti».
Enzo Infantino esponente di Sinistra per Palmi ha denunciato che «il Psc non rispetta le leggi regionali, ed in particolare non rispetta la legge che prevede l’inedificabilità assoluta a 300 metri dalla battigia». Infantino ha criticato il comportamento dei consiglieri comunali del centrosinistra, che invece di dare battaglia contro l’approvazione del Psc si sono rifugiati in una incomprensibile assenza dall’aula. Da ultimo Infantino ha riservato una stoccata al sindaco Barone che in Consiglio comunale aveva detto che con l’approvazione del Psc si poneva fine alla cupola di malaffare che aveva gestito l’urbanistica palmese negli ultimi decenni. «Quelli che il sindaco definisce appartenenti alla cupola forse sono suoi parenti? Forse sono anche gli stessi progettisti a cui ha dato l’incarico per il Psc? E se di cupola si tratta cosa ha fatto il sindaco per smantellarla visto che, con diverse responsabilità, amministra Palmi da oltre 25 anni?».
Ha concluso gli interventi Consuelo Nava, docente universitaria esperta in progettazione sostenibile, la quale ha rilevato che il «PSC approvato è carente dei connotati minimi necessari per definirlo tale. Manca un raccordo delle scelte di piano con la realtà della “Città Metropolitana”, che a pieno titolo coinvolge anche il territorio palmese». La Nava ha rilevato improprie definizioni di verde pubblico, riferendosi al bosco esistente sulla pendice del Sant’Elia, ed impropri incentivi ad aumentare la già eccedente edificazione del territorio, citando il caso limite di un 30% in più consentito a chi si impegna a rispettare il “piano del colore”.