HomeAltre NotizieConcorso scuola: Una petizione partita da un docente del "Severi"

Concorso scuola: Una petizione partita da un docente del “Severi”

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GIOIA TAURO – Il concorso scuola previsto dalla riforma del Governo Renzi sta creando non poche tensioni nel mondo dell’insegnamento.

Migliaia di docenti che dovranno partecipare al concorso, le cui date dovrebbero essere pubblicate domani, si trovano nel totale sconforto scaturito dalla poca chiarezza sui programmi, sui tempi, o sui partecipanti, e addirittura sulla regolarità del bando stesso.

Ed è così che Alfredo Pudano, insegnante dell’Istituto Tecnico “Severi-Guerrisi” di Gioia Tauro, ha dato il via ad una petizione (clicca per leggerla) online sul sito Change.org arrivata a quota 31mila firme, “per dire STOP al Concorso truffa”, e ha fatto presentare diverse interrogazioni parlamentari a cui il Miur non risponde.

“La Giannini promette assunzioni per un docente su tre, ma nessuno dice che con il comma 131 della legge 107 (la Buona Scuola) e con i limiti dei 36 mesi, – ha scritto Pudano su Il Fatto Quotidiano – questo concorsone si traduce in un’operazione di svecchiamento e licenziamento di due precari su tre.

Lo spirito è lo slogan dello svuotamento delle graduatorie per l’eliminazione del precariato; la realtà è che tanti docenti abilitati con anni e anni di sacrifici, corrono il serio rischio di essere mandati a casa. Tanti protestano, nessuno ascolta”.

Ciò che Pudano e i tantissimi docenti che la pensano come lui chiedono è “fare in modo che lo Stato riconosca e rispetti la dignità di chi ha fatto della scuola un progetto di vita, la dignità di chi ha investito nello Stato”.

Non solo. Al di là del fatto che gli abilitati si trovino fuori dalle cosiddette Gae (graduatorie ad esaurimento), solo per un fattore temporale, il concorso presenta una serie di problematiche che vanno anche oltre.

Seppur con riserva potrebbero partecipare al concorso anche i non abilitati ad esempio, e ciò significa che l’abilitazione presa con sacrificio da migliaia di docenti che speravano di raggiungere un obiettivo, non avrebbe alcun senso.

Un altro enorme problema è rappresentato dalla carenza di commissari per la correzione dei compiti. Sarà per la misera paga di un euro l’ora, o per la solidarietà dimostrata ai colleghi, ma la presentazione delle domande è così striminzita da non potersi permettere nemmeno una selezione.

Chiunque è ben accetto insomma, neolaureato o pensionato che sia, che del programma del concorso non saprà niente, non per mancanza di volontà, ma per una questione di tempi per la preparazione, o ancora per la poca esperienza, o al contrario per l’età avanzata.

I docenti lamentano soprattutto di non essere ascoltati da chi dovrebbe rapprresentarli. Tanti i gruppi creati sui social, i flash mob e le proteste tanto a Montecitorio quanto negli uffici scolastici regionali, affinchè qualcosa si smuova.

Negli ultimi giorni anche alcuni personaggi come Piero Pelù o politici come Matteo Salvini ci hanno messo la faccia per supportare i docenti in crisi.

Un concorso che fa acqua da tutte le parti, che sta provocando una guerra tra poveri oltre che lo scoraggiamento dei tanti preoccupati per il futuro delle proprie famiglie.

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