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Altalenando, Antonio Orso, uomo di cultura e maestro

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Gli interventi della rubrica “Altalenando” sono curati dall’Adic, l’associazione donne insegnanti calabresi.

Di Liù Frascá

Il 19 Ottobre 2019 ho assistito nel Palazzo Baldari alla manifestazione per ricordare lo scrittore gioiese Antonio Orso.

L’Amministrazione Comunale ha voluto affiggere una targa ricordo nella Biblioteca affidando così la memoria dello scrittore ai posteri, in un luogo di cultura come la Biblioteca cittadina.

Sono intervenuti amici ed esperti di umanità, poesia e cultura.

L’aspetto che vorrei toccare è, invece, l’aspetto didattico del professore Orso, mio collega dal 1975 fino al suo pensionamento.

Sono stata accolta con stima e rispetto perché già stima e rispetto legavano le nostre famiglie.

Sono entrata a Tre Palmenti con due colleghe giovani in una modalità nuova: la scuola a tempo pieno. Ho accolto questa proposta del dirigente come un’occasione di crescita personale e didattica.

Mi sono ritrovata con Antonio Orso, uomo di cultura e interessi molto vasti, dalla letteratura alle scienze fisiche e matematiche, la lingua latina e la tecnologia.

L’incontro mattutino, prima delle lezioni agli alunni di tre palmenti era sempre pere noi insegnanti una sorpresa, per la diversità dei temi trattati intorno alla cattedra del professore.

Ognuno di noi esprimeva le proprie opinioni e le confrontava con la sua esperienza e la sua saggezza.

Anche il sorseggiare il caffè di mezza mattina era un incontro rilassante e costruttivo. Lì si costruivano le attività creative in supporto dell’apprendimento.
Era pane per i miei denti perché amavo e amo approfondire la conoscenza usando tecniche ludiche fondate su interesse e inclinazione, favorendo così la memorizzazione e l’uso trasversale dei saperi.

Antonio Orso aveva una predilezione per il teatro e la matematica. Le sue lezioni di matematica e scienze erano supportate da diapositive ed esperimenti con costruzione di apparecchi semplici per abituare gli alunni alla comprensione immediata in tempi in cui predominava lo studio libresco. La matematica era un fluire di numeri e concetti da applicare subito, senza esitare: la cultura e la tecnica venivano conquistate soprattutto con le attività a scuola.

Il teatro in Tre Palmenti era un punto d’incontro con le famiglie che apprezzavano il nostro lavoro con i bambini senza particolarismi, ma nello sviluppo delle capacità di ciascuno e nella partecipazione essenziale di bimbi con diverse abilità.

Nel teatro la scuola di Tre Palmenti vedeva uniti i genitori che partecipavano alla costruzione degli arredi. Il professore ci aiutava per le scene più impegnative, con una manualità sicura. E’ stato un periodo fruttuoso dove ciascun maestro mostrava le sue le sue inclinazioni e le sue capacità nell’insegnare la dizione, il ballo, la coordinazione dei movimenti e degli interventi, il canto, la via per la soluzione dei problemi.

Momenti come Natale, Pasqua, Carnevale, la festa della mamma, la chiusura dell’anno scolastico erano appuntamenti fissi, ma quello che dava un tocco particolare a Tre Palmenti erano i progetti proposti a livello centrale, ma elaborati da noi insegnanti specifiche e supportati dagli insegnanti curriculari col contributo del prof. Orso, sempre opportuno e richiesto.

Questo suo aspetto della personalità andava manifestato e proprio da chi ha lavorato con lui per lunghissimi anni nella varietà delle proposte ministeriali (dalla scuola a tempo pieno ai moduli).

Anche dopo il pensionamento del professore la scuola ha avuto momenti significativi, proprio partendo dalle sue opere, per esempio: le favole di Fedro tradotte in vernacolo, le poesie e i testi sulla città con l’ambiente fisico circostante.

Ricordo la pubblicazione di un testo di poesia e prosa degli alunni dal titolo: GIOIA una fata …….una fiaba del 1999, col contributo dell’Amministrazione Comunale.

E’ stato sviluppato un progetto organizzato da me intorno alle origini di Gioia Tauro e i suoi cambiamenti, mirato alla conoscenza della città e lo sviluppo della capacità di scrittura dei bambini. Le poesie del professore sono state il punto di partenza del progetto, con la traduzione dal dialetto di alcune di esse e la realizzazione di testi in lingua e vernacolo e disegni da parte degli alunni. Sono nati testi interessanti, realistici ed emotivamente sentiti.

Proprio quello che un insegnante si aspetta dopo un simile percorso. La torre saracena trattata dal professore veniva descritta anche dagli alunni, ma in prosa con metafore e fluidità proprie degli artisti. temi come l’ulivo, il Budello, il Piano delle Fosse, il Petrace di un tempo si mescolavano nei nuovi testi ai desideri per una Gioia Tauro nel futuro felice, laboriosa, rispettosa dell’ecologia, in pace.

Gli alunni maturavano nei sogni e nel sapere: fiaba e realtà stavano insieme nei testi degli alunni. La poesia del professore Orso sui Tre Canali nella piazza diventava nel linguaggio dei bimbi una fontana eterna, col suo tric tric che segna lo scroscio dell’acqua in ogni tempo…

Così nella poesia il tempo passa, ma le cose belle e significative della città restano. E’ bello che proprio nella nostra scuola l’autore dei libri studiati “in più” dai nostri alunni come stimolo sia stato proprio un autore del luogo che ha contribuito a suscitare gioiosamente interesse per il sapere e i suoi agganci nelle varie discipline.

La figura e l’esempio del prof. Orso accogliente, dolce e sapiente ci ha accompagnato nel corso degli anni scolastici e ha fatto da trait d’union con le famiglie che egli conosceva prima di noi.

Il professore a Tre Palmenti è stato presente per la forza vitale che la sua persona era riuscita a comunicare diffondendo il suo spirito creativo che ha trovato in noi colleghi un terreno fertile.

Esprimo un grazie a lui per gli stimoli culturali nelle varie accezioni: dalla poesia alla prosa, al teatro, alla pittura, all’approfondimento scientifico, alla didattica, ai lavori plurimaterici.

Mi piace pensare che Antonio Orso, maestro di un tempo, possa anche oggi e in futuro insegnare (non solo ai giovani) col ricordo e le opere numerose che ci ha lasciato tra cui voglio ricordare i testi mitologici dalla forza narrativa che unisce mito e arte poetica.

Ho espresso così , in prima persona la mia gioia per la collaborazione col professore Orso nel lavoro quotidiano di insegnante…a porte aperte.

Mi sembra doveroso per la sua elevata personalità e per me stessa, insegnante nel rione Tre Palmenti per lunghissimi e proficui anni dove sono stata fruitrice della sua sapienza.

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