Si è tenuto nella Sala Consiliare del Comune di Palmi l’incontro “Vita da social: virtuale o reale?” promosso dall’Associazione Maestrale e moderato dall’avvocato Toty Parisi.
La manifestazione, tutta incentrata sui vizi e le virtù della rivoluzione digitale, si è sviluppata su una continua comparazione tra passato e presente, passando da Cicerone a Schopenhauer, da Steve Jobs a Baricco.
In apertura, il sindaco Giuseppe Ranuccio ha rimarcato l’importanza dei social network nella comunicazione contemporanea, mettendo in guardia dai rischi di un uso improprio di questo mezzo, in particolare per i più giovani.
Antonio Papalia, portavoce di Maestrale, ha invece posto l’accento sui rapporti tra social network e consenso politico, evidenziando come la velocità dei nuovi strumenti di partecipazione stia limitando gli spazi di riflessione e di approfondimento.
La Dirigente del Liceo Pizi di Palmi, Maria Domenica Mallamaci, ha offerto la propria testimonianza da educatrice e rivendicato la funzione pedagogica della scuola, che oggi più che mai ha la responsabilità di far comprendere agli studenti ed alle famiglie le differenze tra vita online ed offline.
Il consulente informatico Rocco Balzamà si é, invece, soffermato sul concetto di intelligenza artificiale, sulla invasività dei social network e sugli strumenti legislativi più recenti, come il GDPR, offrendo spunti tecnici e statistici di rilevante interesse.
Una vera e propria analisi sociologica è stata l’oggetto della riflessione di Sofia Ciappina, Psicologa, che – facendo ricorso ad esemplificazioni ed analogie – ha messo in evidenza i mutamenti concreti nella vita quotidiana dovuti all’uso dei social network, che finiscono per creare una vera e propria dimensione parallela, spesso alienante.
Da ultimo, Antonio Salvati, Magistrato, ha stimolato il numeroso pubblico presente sui concetti di empatia e nostalgia, concludendo che – in sostanza – i mezzi offerti dai social network consentono di riproporre oggi, su piattaforme nuove, i dubbi esistenziali classici: gli strumenti della rete, dunque, non vanno demonizzati ma studiati per essere rese realmente utili.