La Corte di appello di Reggio Calabria, in accoglimento dell’istanza presentata in sede di esecuzione dall’avvocato Giuseppe Alvaro, ha disposto la revoca della confisca di due appartamenti siti sulla via Scatropoli di Sant’Eufemia d’Aspromonte, ordinandone la restituzione ai fratelli Antonino e Grazia Alvaro, legittimi proprietari, entrambi residenti nel comune aspromontano.
La singolare vicenda processuale risale all’anno 2009, allorquando la stessa Corte di Appello, su richiesta dell’Ufficio di Procura, aveva sequestrato e confiscato i due immobili, acquistati dai fratelli Alvaro nel 1996, sul presupposto che uno dei loro congiunti era stato attinto qualche anno prima da una condanna per ricettazione di assegni di provenienza illecita. Gli accertamenti patrimoniali svolti dagli inquirenti avevano evidenziato il ricorrere del requisito della sperequazione reddituale, legittimante l’apprensione dei beni da parte dello Stato.
Nonostante le numerose impugnazioni a suo tempo proposte, in mancanza di prove concrete della legittima provenienza delle risorse economiche impiegate per l’acquisto, gli appartamenti, ubicati nel centro cittadino, venivano assegnati definitivamente, nell’anno 2012, all’Agenzia Nazionale per l’amministrazione dei beni confiscati, che, a sua volta, li destinava al Comune di Sant’Eufemia d’Aspromonte.
All’esito di una complessa attività di indagine difensiva, consistita nell’acquisizione di nuova documentazione proveniente dalle autorità elvetiche, nel cui territorio i genitori degli Alvaro avevano in passato svolto attività lavorativa, il difensore, avvocato Giuseppe Alvaro, ha presentato un’articolata istanza di revoca della confisca, con allegata consulenza tecnica contabile, sostenendo che i redditi percepiti lecitamente in Svizzera nell’arco temporale coincidente con la stipula del rogito di acquisto degli immobili, giustificavano ampiamente le disponibilità economiche del nucleo familiare.
La Corte di appello reggina, ritenuto che le entrate patrimoniali comprovate dalla difesa, non rilevate dalla p.g. in quanto prodotte all’estero, costituivano poste attive di entità tale da escludere la sproporzione reddituale inizialmente rilevata, ha accolto l’istanza difensiva, revocando la confisca dei beni. Nei giorni scorsi il Comune di Sant’Eufemia d’Aspromonte ha dato esecuzione all’ordinanza di revoca, riconsegnando agli interessati le chiavi degli appartamenti.