Per la prima volta la dirigenza di una squadra di Serie A è stata interrogata da una commissione antimafia. Venerdì scorso davanti alla Commissione consiliare antimafia del Comune si sono sedute due figure di vertice dell’Inter, il presidente dell’organismo di vigilanza Adriano Raffaelli, e il Senior security manager, Gianluca Cameruccio.
Per ore i due dirigenti hanno risposto alle domande su una tematica che è oggi sotto la lente della Procura di Milano: la curva Nord nerazzurra il cui ex capo Vittorio Boiocchi è stato ucciso il 29 ottobre 2022. A partire dai dati emersi dagli atti dell’indagine della Digos dopo la morte dell’ultras interista Dede Belardinelli ucciso durante gli scontri del 26 dicembre 2018 prima di Inter-Napoli.
La Procura indaga sui legami tra il capo della curva Marco Ferdico con Antonio Bellocco, già condannato per reati mafiosi, appartenente secondo gli inquirenti alla cosca Bellocco di Rosarno.
A suo carico un solo capo di imputazione, il 10, che recita: «Ferdico (…) in concorso con il già giudicato Francesco Lombardo acquistava da ignoti fornitori, riceveva, deteneva, custodiva e vendeva a (…) chili 1,065 di cocaina (…) che trasportava da Carugate a Brugherio, dove veniva sequestrata a carico del solo Lombardo (…). Avendo Ferdico intrattenuto rapporti telefonici con (…) necessari per stabilire modalità e tempi degli incontri avvenuti anche con (…) volti a definire l’accordo su quantità e prezzo e sul luogo della consegna».
Gli acquirenti, secondo la Narcotici, risultano membri della famiglia Auricchio originaria di Terzigno (Napoli). Droga, dunque, ma anche violenza. Per il capo della Nord, l’Anticrimine infatti sta valutando di proporre al Questore l’emissione di un Daspo perché presente agli scontri del dopo Inter-Juve del 4 febbraio. Vicenda per la quale sono stati emessi già decine di Daspo e due fermi.
Sul tavolo dell’antimafia si sono poi sollevati dubbi sui rapporti tra curva e società ma anche su ciò che ogni domenica ruota attorno alle partite: parcheggi, paninari e una Onlus. Si sono fatte domande anche su Mi-Stadio, società di Inter e Milan che ha la concessione comunale su tutta l’area attorno al Meazza. Nel documento della concessione si legge che «è data facoltà» alla concessionaria «dell’affidamento a terzi (…) con gli obblighi previsti dalle leggi incluse quelle antimafia».