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Polistena: Fortapàsc apre libero cinema in libera terra

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Musolino e Napoli

POLISTENA (12 luglio 2011) – “Libero cinema in libera terra” ha preso il via anche questa estate. Ieri sera in piazza Valarioti a Polistena, è stato proiettato Fortapàsc, di Marco Risi, incentrato sulla storia del giornalista assassinato dalla mafia Giancarlo Siani. Parallelamente si sono aperti i campi di lavoro di Libera sui terreni confiscati alla ‘ndrangheta nella Piana di Gioia Tauro, che ogni anno vedono arrivare studenti da ogni parte d’Italia per vivere una esperienza di legalità unica.

I ragazzi sono accompagnati in questa avventura dall’associazione Il Samaritano e dalla cooperativa sociale Valle del Marro – Libera Terra sotto la guida di Antonio Napoli, che si occupa della formazione. Insieme a Napoli ieri sera c’erano pure il giornalista Lucio Musolino, don Pino De Masi, il referente di Libera per la Calabria e il sindaco di Polistena Michele Tripodi. Il primo cittadino ha ribadito la vicinanza del Comune a Libera e il pieno sostegno. L’Ente mette a disposizione i locali per i gruppi di ragazzi che lavorano sui terreni confiscati. Gruppi che si rinnovano ogni settimana. Grazie all’attività che Libera e don De Masi hanno saputo mettere in campo.

Musolino ha invece parlato dell’informazione libera e senza censure. Delle minacce subite da parte della criminalità organizzata e della storia di un giornale “Calabria Ora”, per cui il cronista scriveva. «a un certo punto, con l’arrivo di Sansonetti alla direzione – ha detto Musolino – il giornale ha smesso di garantire la libertà ai giornalisti». Il giornalista ha poi parlato della nascita del Corriere della Calabria «che arriva in ragione d’una informazione libera e senza censure e per l’esigenza di superare quel cono d’ombra informativo per cui le notizie calabresi non escono né in Calabria né fuori dalla Calabria. Soprattutto quando si toccano i poteri forti».

Musolino ha concluso avvisando di stare attenti a chi “fa antimafia per professione”, per avere un tornaconto personale. Così come a distinguere – per usare le parole del film – “i giornalisti-giornalisti dai giornalisti impiegati”.

Angela Corica

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