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Parte da Palmi il percorso di legalità con la Fondazione Scopelliti

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È iniziato il 18 Gennaio scorso, nell’Auditorium del liceo “Pizi” di Palmi, per le classi quinte, il percorso di legalità in collaborazione con la Fondazione Antonino Scopelliti di Reggio Calabria, avente come tema: “La Comunicazione e il mondo del lavoro: vecchi e nuovi strumenti”.

Come recita la nota trasmessa dalla Fondazione, Il progetto proposto ha il macro-obiettivo di fornire agli studenti gli strumenti necessari a una corretta presentazione nel mondo del lavoro. Gli strumenti utilizzati riguardano specifiche competenze tecniche che spaziano dalla costruzione di un curriculum “classico” all’uso consapevole dei social network ai fini lavorativi, alla costruzione di un discorso di presentazione da utilizzare in fase di colloquio.

Obiettivo specifico è quello di attivare maggiormente le competenze trasversali, o soft skill, ossia le abilità necessarie a gestire in maniera autonoma ed efficace le diverse situazioni personali e lavorative, fondamentali per affrontare un mercato del lavoro sempre più globale e interdipendente. In generale, le competenze trasversali afferiscono alla sfera del ragionamento e dell’intelletto e rappresentano un aspetto fondamentale nel processo di costruzione del sé; in particolare, esse aiutano a sviluppare una mentalità aperta e flessibile, analizzare situazioni e contesti, accrescere il pensiero critico ed elaborare soluzioni anche in contesti critici, attraverso la messa in pratica del problem solving. Una delle competenze trasversali più importanti è la capacità di comunicare efficacemente, parlare in pubblico in modo sicuro e disinvolto, e instaurare un “legame di fiducia” con i propri interlocutori”.

Il tavolo dei lavori ha avuto inizio con i saluti della dirigente scolastica Maria Domenica Mallamaci, che ha messo in risalto come la comunicazione sia quanto mai importante «nella nostra società, definibile come postmodernità, che perde sempre più valori etici e morali. A garanzia di una società civile e responsabile e per garantire il successo di ognuno e di ciascuno, bisogna imparare a fare scelte consapevoli e attivare forme di comunicazione di volta in volta idonee alla circostanza».

Rosanna Scopelliti, figlia del Magistrato Antonino Scopelliti assassinato dalla ‘ndrangheta nel 1991, dopo aver presentato agli studenti la finalità della Fondazione intitolata al proprio padre, si è soffermata con controllata commozione su alcuni ricordi legati al padre, mettendone in risalto lo zelo esercitato nella professione e le passioni anche sportive che lo animarono fin da ragazzo. Si è, poi, soffermata sulla «calabresità che il padre si portava dietro dovunque andasse per motivi di lavoro, desiderando ritornare nella terra di origine per offrire il proprio contributo per la crescita di una terra definita per antonomasia difficile. La Fondazione Scopelliti abbraccia e diffonde, infatti, tre tematiche che sono: la memoria, la testimonianza e la legalità. Quest’ultima, soprattutto, è quella che va praticata tutti i giorni per essere liberi, rispettando tutto ciò che ci appartiene e maggiormente tutto ciò che non ci appartiene. Questo ci aiuterà a diventare uomini e donne che vivono in un clima di reciproco rispetto».

Di grande interesse la relazione tenuta dal Docente di Psichiatria e Psicoterapia, Roberto Boccalon che, fra citazioni erudite e solleciti rivolti agli studenti per il dibattito, ha analizzato gli effetti della comunicazione nei diversi ambiti, a partire dai primi graffiti nelle grotte paleolitiche.  «È proprio disegnando nelle grotte che l’essere umano ha iniziato la sua prima forma di comunicazione. Anche lo sguardo, perfino il silenzio sono forme di comunicazione e l’uomo è, sì programmato, per così dire, per comunicare con le parole, ma anche con tutte le altre aree della corporeità. Perché vi sia una buona comunicazione, importante è il feedback, il controllo incrociato tra referente e destinatario del messaggio che conferma se la trasmissione della comunicazione sia avvenuta nel modo corretto e se il messaggio sia stato effettivamente recepito».

Coinvolgente il dibattito con domande a cui il Prof.  Boccalon ha risposto con garbata simpatia.

Presente all’incontro, la referente del progetto Donatella Pititto.

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