HomeSocietàSe Palmi si divide sull'accoglienza agli immigrati

Se Palmi si divide sull’accoglienza agli immigrati

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“Ah eccoli, sono arrivati. Loro ci mancavano a rendere ancora più invivibile questa città ormai allo sbando”. “Attenti, se avete una casa disabitata ve la prendono e la danno a loro, e non potete neanche mandarli via”. “Non bastavano i problemi nostri, adesso sono arrivati pure questi, ed il sindaco che fa? Li accoglie. E ci sono palmesi senza casa. Vergogna”.

Qualcuno avrà probabilmente tirato fuori anche il cavallo di battaglia più utilizzato per esprimere tutto l’odio e tutta l’intolleranza verso gli immigrati, ovvero l’espressione “vengono qui e ci rubano il lavoro”, qualcuno avrà utilizzato espressioni ancora più dense di livore. Nessuna di queste persone si è però chiesta se i “ladri di lavoro” questa vita se la sono cercata o se, al contrario, ne avrebbero desiderata un’altra.

Ieri notte 48 immigrati provenienti da Iran, Iraq e Siria hanno alloggiato a Palmi, nella palestra polisportiva “Surace” diventata un centro di prima accoglienza d’emergenza. A Palmi erano arrivati intorno alle 23 della notte precedente, quella tra giovedì e venerdì, a Cala Janculla per la precisione, Comune di Seminara. Nel giro di tre ore, mentre i 48 immigrati (tra di loro 13 bambini, alcuni molto piccoli) venivano soccorsi dalle forze dell’ordine e di polizia e portati fino a Gioia Tauro, il primo cittadino di Palmi Giuseppe Ranuccio ed il comandante della polizia locale Francesco Managò si attivavano per rendere la palestra accogliente.

La notizia della presenza a Palmi di 48 migranti, giunti vivi dopo settimane in mare, si è subito sparsa già dalle prime ore di venerdì mattina. Nel pomeriggio di ieri, poi, un altro uomo di nazionalità iraniana è stato salvato dagli agenti della Polizia di Stato e del commissariato di Palmi, insieme agli uomini della polizia locale, dei vigili del fuoco ed ai volontari della protezione civile di Palmi; si trovava in zona Cala Janculla, nel costone del Sant’Elia e chiedeva aiuto da diverse ore.

Dai social ecco levarsi lo sfogo di chi, privo di umanità, la parola immigrato neanche vorrebbe esistesse, di chi teme di vedersi rubare un lavoro che neanche lontanamente farebbe (ammesso che gli immigrati volessero rimanere a Palmi per lavorare) e di chi vorrebbe aiutarli. A casa loro.

Haters gonna hate, l’odio porta odio. Ma per fortuna Palmi ha due cuori.

Mentre l’odio correva in rete alla velocità della fibra, i volontari di Croce Rossa, Caritas, Protezione Civile e tanti cittadini, su direttive della Prefettura quasi facevano a pugni per riuscire a rendere accogliente la palestra che avrebbe ospitato gli immigrati. Nel giro di qualche ora l’edificio è diventato una casa d’accoglienza, con lettini, servizi igienici, infermeria, acqua calda, spogliatoi e zona pranzo.

Chi ha potuto ha donato beni di prima necessità, coperte, acqua, vestiti, pannolini. Giocattoli. Sì, anche dei giocattoli, donati da alcuni bambini di Palmi ai piccoli immigrati, ed è stata per loro una festa, dopo un lungo incubo.

Questa mattina i 48 immigrati sono andati via, hanno raggiunto i centri di accoglienza indicati dal Viminale. Non risulta alcun furto di lavoro né alcuna occupazione coatta di case sfitte.

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