HomeSocietàPalmi, sala gremita per "Freak Out!!!!": un atto poetico oltre la disabilità

Palmi, sala gremita per “Freak Out!!!!”: un atto poetico oltre la disabilità

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In un Cineteatro Manfroce gremito, è andata in scena, domenica 5 novembre 2023 a Palmi, l’opera teatrale itinerante “Freak Out!!!!“, inserita in un progetto di ampio respiro che include, oltre allo spettacolo, laboratori esperienziali che si sono svolti in queste settimane, per riflettere sul tema del corpo con disabilità.

Freak Out!!!! Accessibilità e inclusione nel mondo delle arti è giunto a Palmi per iniziativa dell’Amministrazione Comunale palmese – Assessorato alle Politiche Sociali, guidato da Denise Iacovo che ha chiesto al Centro d’Arte Sperimentale Dracma una progettualità su arte, teatro e disabilità. Dracma ha poi attivato un lavoro di rete con Ramificazioni Festival e proposto dunque il progetto Freak Out!!!!, ideato dal Collettivo Laagam, che ha avuto inoltre il supporto del Ministero della Cultura, e di Italia & Co per quanto riguarda la Calabria. 

Il primo laboratorio si è svolto sabato 4 novembre alla Casa della Cultura “Leonida Repaci”, dal tema Teatro e danza con approccio non abilista per operatori, il secondo domenica 5, Divertirsi con la danza per sperimentare pratiche non inclusive al Cineteatro Manfroce ed il terzo, di sabato 11 novembre, di nuovo alla Casa della Cultura e a cura di Filippo Stabile e Giovanni Battista Gangemi Guerrera, «che ha avuto un’adesione elevata dalle 35 alle 40 persone, ed abbiamo visto come non esistono barriere: ognuno in base alle loro abilità è riuscito a fare il suo movimento creativo insieme agli altri», come ha dichiarato l’Assessora Iacovo. L’ultimo laboratorio si svolgerà sabato18 novembre sempre alla Casa della Cultura.

Protagonisti di Freak Out!!!! sono quattro personaggi che si mostrano al pubblico con la verità dei loro corpi segnati dalla disabilità, e soprattutto delle loro anime, attraverso una voce narrante tradotta in lingua dei segni dal danzatore Cesare Benedetti raccontando pezzi di vita “scomodi” degli attori sul palco, che in alcuni momenti potrebbero provocare pregiudizio. E allora ecco che Alessandra, Diana, Monica e Riccardo danzano sul palco, giocano con gli spettatori, con le loro possibili sovrastrutture, man mano forse distruggendole. Ciascuno tra i presenti, munito di QrCode ha potuto rispondere a curiosità sulla vita intima dei quattro performer.

Al termine dello spettacolo è stato proposto poi un dibattito e sono state svelate tutte le soluzioni, alcune ironicamente spiazzanti. Durante tutta l’opera è stato adoperato un linguaggio totalmente inclusivo, senza vocali finali maschili o femminili a indicare il genere. Con sarcasmo tagliente, crudezza espressiva e gestuale, le ferite degli attori sono arrivate agli spettatori, in uno scambio che ha colpito il “Manfroce”: un incrocio di vissuti che si scontra fino al dramma e al vibrante finale, dove le loro anime all’unisono dichiarano il messaggio di Freak Out!!!!: «non per dare spettacolo, né per dimostrare qualcosa a qualcuno; né per condizionamento politico, o per dimostrare di essere migliori, o per piacere alla critica, o vincere premi, o per volontà di imporsi; né per simpatia, o per missione, per quote; né per costrizione, per buon cuore, o inclusione, per gentilezza o espiazione, ma per atto poetico».

Un intento che non deve però ridursi a un mero “atto emotivo” come è comprensibile sia avvenuto nella quasi totalità del pubblico che ha commentato e ricoperto gli attori di «complimenti per le emozioni» per avere visto «invertiti i ruoli, perché siamo tutti disabili, privi di qualcosa» ha dichiarato una spettatrice. È un atto poetico sull’umanità di tutti e che deve spingere a riflettere su tematiche che vanno ben oltre la disabilità.

«Ho sentito un silenzio denso come mai da nessuna parte», ha sostenuto Alessandra Cinque, una delle performer, che è anche danzatrice sportiva e attivista. Atto poetico è capovolgere un “insulto”, Freak, e renderlo il titolo di uno spettacolo e di un progetto: «Noi stiamo cercando di riappropriarcene e dire “si, e quindi? Siamo fieri di essere freak”», afferma Riccardo Olivier, un altro dei protagonisti, che nella vita è fondatore del Festival del Silenzio e ha ricevuto tre medaglie al merito dal Presidente della Repubblica.

A incarnare la completezza del messaggio di Freak Out, anche la danzatrice e artista visiva Monica Barone e l’attivista nell’ambito del transfemminismo queer intersezionale Diana Anselmo. Presenti in sala moltissime persone con disabilità, il consigliere regionale Pino Gerardi, in rappresentanza dell’Assessora alle Politiche Sociali Regione Calabria Emma Staine, e i rappresentanti delle molte associazioni locali che hanno sostenuto il progetto, come AISM sez. di R.C., A.A.B.A.C., Ass. di Volontariato “Presenza”, Centro Sophia Palmi, Ass. Prader Willi Calabria, Amici della Musica APS.

«Ringrazio tutti voi per essere venuti qui a creare consapevolezza sulla tematica della disabilità. Io sono onorata di essere riuscita a far arrivare, insieme all’intera Amministrazione un progetto così ambizioso e speciale, le associazioni e soprattutto le famiglie – ha dichiarato l’Assessora Iacovo, che ha concluso – Ognuno di noi è una persona, e come tale va rispettato».

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