PALMI (24 settembre 2011) – Ad un mese dal termine della sindacatura di Ennio Gaudio, fatto fuori anticipatamente in seguito alla votazione di una mozione di sfiducia, due ex consiglieri comunali, Girolamo Lazoppina e Aldo Trimboli, attraverso un manifesto pubblico, hanno spiegato alla cittadinanza la loro posizione, rivendicando la loro autonomia.
«Le elezioni amministrative del 2007 hanno segnato il nostro ingresso ufficiale nella politica attiva; abbiamo cioè varcato per la prima volta l’ingresso delle stanze che contano e abbiamo toccato con mano un mondo fino ad allora sconosciuto – scrivono i due ex consiglieri – Vi siamo entrati spinti dall’amore per la nostra città, con l’entusiasmo e l’ingenuità di chi pensava, e ancora pensa, che con il lavoro, i sacrifici e lo scambio di idee si possano ottenere risultati concreti per il miglioramento della nostra città.
Non è stato così. Già all’indomani del ballottaggio del giugno 2007 ci siamo scontrati con una realtà, che avrebbe dovuto essere nuova e che invece si è dimostrata una copia sbiadita della politica più antiquata. Una realtà in cui merito, spirito di servizio, lealtà e dignità sono stati quasi sempre, al di là dei proclami di facciata, messi da parte».
Aldo Trimboli e Girolamo Lazoppina, sin da subito, hanno lamentato il comportamento fin troppo austero di Gaudio, che avrebbe dovuto lasciar spazio alla giovane generazione di politici che si tuffavano per la prima volta in questa esperienza, e che avrebbero rappresentato il domani della politica palmese.
Nulla di tutto ciò è stato fatto, anzi, i due ex consiglieri si sono ritrovati costretti a dover lasciare la maggioranza per passare all’opposizione, perché le loro parole sono rimaste inascoltate.
«Il laboratorio politico tanto decantato non si è mai concretizzato e le nuove generazioni politiche, che avrebbero dovuto costituire l’anello di congiunzione con un futuro diverso e migliore, sono state sistematicamente emarginate. I bisogni reali dei cittadini – in questi anni di crisi economica sempre più stringente – spesso disattesi.
Nonostante ciò, per l’esclusivo interesse della città e per rispetto di quelle migliaia di elettori che avevano votato in massa la passata amministrazione, per due anni e mezzo abbiamo resistito a denti stretti all’interno della maggioranza, impegnandoci quotidianamente nella speranza che qualcosa potesse alla fine cambiare. Tutto è stato inutile. E i fatti, culminati nel voto della mozione di sfiducia, confermano che la nostra battaglia all’interno della maggioranza, in alcuni casi non compresa e spesso strumentalizzata, era l’unica via da seguire. Purtroppo non c’è mai stata la volontà di cambiare un percorso chiaramente dannoso sia per l’amministrazione che per il paese ed i cittadini ne hanno pagato le conseguenze», prosegue il manifesto.
Nessun interesse personale, di poltrone, né politico, ha animato i due ex consiglieri in questi anni, ma l’esclusivo servizio alla città, alla sua crescita ed al suo miglioramento.
«Oggi la città è governata dal Commissario Prefettizio. Non si poteva fare altrimenti. L’empasse in cui si trovava l’amministrazione comunale, tra liti quotidiane, ambiguità e girandole di dimissioni imponeva una guida sicura che allontanasse Palmi da un baratro senza ritorno – terminano i due ex consiglieri – Ed ora a pochi mesi dalle prossime elezioni amministrative, si pone il problema dell’organizzazione di una classe politica che non commetta gli errori del passato, che sia libera da condizionamenti di sorta e che si batta con tutta se stessa per l’interesse della città».
Viviana Minasi