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Palmi, insegnanti e genitori della scuola S. Leonardo sul piede di guerra. «Quell’immondizia è un’indecenza»

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Una scuola dell’infanzia di periferia dovrebbe essere un luogo da cui vengono sprigionati colori da contagiare l’intero quartiere.

Ma cosa succede se a due passi da quella scuola uno spazio si trasforma in una discarica a cielo aperto generando degrado ambientale?

È esattamente ciò che succede davanti alla scuola dell’infanzia San Leonardo di Palmi, dove dall’inizio dell’anno scolastico i cittadini depositano sistematicamente buste di immondizia di vario genere, che poi vengono rimosse solo ogni due settimane, e cioè nei giorni in cui è previsto il ritiro del rifiuto indifferenziato.

Ci siamo recati per ben tre volte nel giro di tre settimane, e lo scenario prima di entrare nel plesso scolastico è rimasto, con i cumuli accatastati sul lato destro del plesso, di fronte al cancello che porta al parco giochi dei bimbi.

In tutti questi mesi, insegnanti e genitori hanno segnalato più e più volte la situazione che è oltre il limite della sostenibilità.

«Abbiamo inviato segnalazioni durante tutto il corso dell’anno scolastico al plesso capoluogo che è l’IC San Francesco, da cui è poi partita la comunicazione agli uffici comunali», ha dichiarato l’insegnante Maria Rosa De Leonardis, che per l’occasione si è fatta portavoce.

«Alcuni vicini ci hanno detto di avere visto alcuni incivili passare con le automobili, guardarsi intorno e scaraventare il sacchetto di immondizia dal finestrino tutti i giorni», ha aggiunto al De Leonardis.

L’assenza di telecamere o di una forma di controllo, purtroppo, non può smascherare i responsabili: «Il Comune di Palmi ci ha più volte promesso che queste telecamere sarebbero arrivate, ma ad oggi ciò non è accaduto», ha detto ancora la docente. 

Oltre all’inciviltà dei passanti, la scuola ha dovuto fronteggiare altre peripezie, come il muretto a rischio sbriciolamento situato nel parco giochi e nel campetto, luoghi dove i bimbi potrebbero giocare in allegria e invece rischiano di farsi male. Inoltre «nelle giornate di sole i raggi battono diretti in faccia e non c’è una tettoia che possa proteggere i piccoli”», spiegano le insegnanti.

E anche in questo caso le richieste sarebbero rimaste inascoltate. 

A completare il quadro già fin troppo decoroso, c’è tutto il contorno di degrado in cui l’asilo di periferia è immerso: erbacce cresciute a dismisura attorno al campetto, panchine arrugginite e rotte, mentre tutto intorno c’è un grigiore che poco si addice a una scuola dell’infanzia.

Maestre e genitori tamponano come possono al momento per tutelare l’incolumità dei bambini: sotto due tappetini donati da un locale di Palmi si celano le mattonelle rotte del pavimento. È una soluzione temporanea per evitare che i bambini cadano e si facciano male.

Ma basta volgere lo sguardo verso l’atrio per vedere i bidoni della raccolta differenziata del plesso, disposti in fila, impeccabili, che danno un po’ di speranza: fuori il mondo dei grandi è lì che soffoca mentre quello dei più piccoli è un esempio di come il rispetto verso l’ambiente si fa e non solo si dice.

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